Emergenza rifiuti a Roma? Meno male che c'è la Nespresso
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Cronaca Mar 05 luglio 2022

Emergenza rifiuti a Roma? Meno male che c'è la Nespresso

L’impegno di Nespresso nell’ambito del progetto di economia circolare per il recupero e il riciclo delle capsule di caffè in alluminio Emergenza rifiuti a Roma? Meno male che c'è la Nespresso
Gianfranco Ferroni
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Gianfranco Ferroni

L’impegno di Nespresso a Roma

L’emergenza rifiuti a Roma? Meno male che si sono i privati, impegnati nella riduzione dell’immondizia. Un esempio? L’impegno e i risultati di Nespresso nell’ambito del progetto di economia circolare per il recupero e il riciclo delle capsule di caffè in alluminio: ancora una volta, infatti, risultati in crescita per il programma “Da Chicco a Chicco” di Nespresso, che nel 2021 ha permesso di recuperare a Roma, grazie alla collaborazione con Cial, il Consorzio nazionale imballaggi alluminio, e Ama, oltre 200 tonnellate di capsule in alluminio, segnando una crescita del +25%, equivalente a oltre 40 tonnellate di capsule esauste, rispetto all’anno precedente.

Le capsule raccolte

Il programma di economia circolare è stato fondato nel 2011 da Nespresso in Italia, e il successo si conferma anche con i risultati raggiunti nella Penisola nel primo trimestre del 2022, con le prime 472 tonnellate di capsule raccolte, +13% rispetto allo stesso periodo del 2021. Quello per garantire una seconda vita alle capsule esauste attraverso il loro riciclo è un impegno preso da Nespresso lanciando il primo sistema in Italia per il recupero e il riciclo delle capsule usate in alluminio, forte di un approccio alla sostenibilità, ambientale e sociale, che guida l’azienda da oltre 30 anni. Un modello di business che le ha consentito anche la recente certificazione come azienda B Corp. In Italia, e che si è tradotto anche con la modifica dello statuto in società benefit, nonché nella continuità di azioni e impegno portati avanti grazie al programma “Nespresso per l’Italia”, per sostenere il patrimonio ambientale, sociale e culturale che rende speciale l’Italia, e di cui il progetto “Da Chicco a Chicco” fa parte.

Nato nel 2011 grazie a una convenzione con Cial, Utilitalia e Cic, ovvero il Consorzio italiano compostatori, “Da Chicco a Chicco” permette ai clienti di riconsegnare le loro capsule esauste in alluminio nell’apposita area recycling presente all’interno delle Boutique Nespresso e nelle isole ecologiche partner dell’iniziativa distribuite sul territorio nazionale, per un totale di oltre 140 punti di raccolta in 79 città italiane. Una volta raccolte dalle aziende di gestione del servizio di raccolta differenziata, le capsule esauste vengono inviate per la lavorazione ed il recupero presso un impianto dove l’alluminio viene separato dal caffè: l’alluminio è destinato alle fonderie per avviare il processo di riciclo che lo trasformerà in nuovi oggetti come penne, biciclette, coltellini, mentre il caffè esausto viene inviato presso un impianto di compostaggio per la sua trasformazione in compost, che viene successivamente ceduto a una risaia in provincia di Novara.

Il riso prodotto grazie a questo concime naturale viene poi riacquistato da Nespresso e infine donato a Banco Alimentare della Lombardia e a Banco Alimentare del Lazio, per trasformarsi in un aiuto per chi ne ha più bisogno. Finora, grazie a “Da Chicco a Chicco”, Nespresso è riuscita a donare oltre 4 mila quintali di riso equivalenti a oltre 4 milioni di piatti, che hanno permesso di supportare circa 300 mila persone e 1.600 strutture caritative ogni anno. Roma con 200 tonnellate ha incrementato del +25% rispetto al 2020 le tonnellate di capsule recuperate. Come spesso accade, è il privato che aiuta il pubblico. Dove forse di caffé ne bevono pochi.

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