Scomparsi i soldi per gli eroi del Covid, non è mai stato pagato
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CronacaPrimo piano Mar 19 luglio 2022

Scomparsi i soldi per gli eroi del Covid, il bonus è stato pagato a tutti tranne che a loro

I nostri medici e infermieri che sono stati sempre in prima linea contro la pandemia e che a causa del Coronavirus hanno perso la vita. Scomparsi i soldi per gli eroi del Covid, il bonus è stato pagato a tutti tranne che a loro
Carmine Gazzani
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Carmine Gazzani

I soldi per gli eroi del Covid

Era stato pensato come forma di «solidarietà per i familiari del personale medico, infermieristico e socio-sanitario, che abbiano contratto, in conseguenza dell’attività di servizio prestata, una patologia alla quale sia conseguita la morte per Covid-19». Una misura concreta concepita già nell’aprile 2020 dall’allora governo Conte 2 a supporto di quelli che per anni sono stati definiti «eroi nazionali», ovvero i nostri medici e infermieri che sono stati sempre in prima linea contro la pandemia e che a causa del Coronavirus hanno perso la vita. Un impegno nobile, dunque, per cui il decreto “Cura Italia”, uno dei primi atti di una serie per affrontare l’emergenza, aveva previsto un fondo da ben 10 milioni di euro, successivamente anche potenziato. Peccato però che quei soldi non siano mai stati distribuiti. La ragione? Sebbene la legge lo prevedesse, non è stato tuttora adottato il provvedimento attuativo che avrebbe concretamente istituito il Fondo di solidarietà, e a cui doveva badare direttamente la presidenza del Consiglio.

I soldi fermi per infermieri e medici

E invece, nonostante siano passati più di due anni e si siano alternati due governi e altrettanti premier, nulla è stato fatto. Con buona pace dei medici e infermieri “eroi”. Tanto che, per avere risposte, si è anche costituita un’associazione “Medici a mani nude”, con cui i familiari delle vittime chiedono che venga rispettato quanto promesso. Il ministro della Salute, Roberto Speranza, ha fatto sapere, in un intervento alla Camera, che la titolare del dossier è la ministra delle Pari opportunità, Elena Bonetti. E che sono stati aperti i tavoli di confronto. Ancora.

Tutta colpa degli arzigogoli burocratici made in Italy, insomma. Gran parte delle misure partorite dal governo, infatti, per entrare effettivamente in azione, ha bisogno di “provvedimenti attuativi” che devono applicare le norme definendone il funzionamento: è quel momento dell’iter legislativo, in cui dal Parlamento l’attenzione si sposta ai ministeri che hanno l’onere di rendere esecutivi testi che, altrimenti, restano lettera morta. Esattamente come accaduto per non pochi provvedimenti “anti-Covid”. E così, mentre i contagi tornano a salire, ci sono alcune leggi, fondi, agevolazioni che di fatto esistono solo su carta, senza in realtà mai aver portato a effetti concreti. Un altro esempio? Uno degli aiuti più sostanziosi per affrontare la crisi (inserito nel “decreto Liquidità”) doveva essere la garanzia di Sace (la partecipata di Cassa Depositi e Prestiti che si occupa dell’ambito assicurativo) alle banche per «finanziamenti sotto qualsiasi forma concessi alle imprese con sede in Italia».

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