La Fed non fa sconti, tassi su dello 0,75%. Non accadeva da più di 30 anni
Una Fed aggressiva come non accadeva da più di trent’anni ha annunciato un ritocco dello 0,75%. La punta più alta della forchetta.
Il ritocco annunciato dalla Fed
Una Fed aggressiva come non accadeva da più di trent’anni ha annunciato un ritocco dello 0,75%. La punta più alta della forchetta considerando che in tanti speravano che si limitasse allo 0,5%. Il costo del denaro sale così in una forchetta fra l’1,50% e l’1,75% . E non è finita. La Fed prevede il 3,4% a fine anno, contro l’1,9% atteso a marzo. Per il 2023 la nuova stima è del 3,8% e il 3,4% per il 2024 contro il 2,8% previsto a marzo per entrambi gli anni. Per arrivare al 3,4% alla fine del 2022 la Fed dovrebbe aumentare i tassi di mezzo punto in ognuno dei suoi direttivi in programma fino alla fine dell’anno. L’inflazione, ormai a livelli record impone scelte rigorose. La banca centrale Usa è impegnata a riportarla al 2%.
Tuttavia il presidente Jay Powell deve muoversi con prudenza: le proiezioni diffuse ieri sera indicano la frenata della crescita (1,7% per il 2022 contro il precedente 2,8%) e l’aumento della disoccupazione dal 3,5% al 3,7%. «L’inflazione rimane a livelli elevati, a causa degli squilibri che la pandemia e il contesto energetico globale hanno determinato su domanda e offerta», si legge nel comunicato diffuso al termine della riunione.
I mercati non sembrano scossi. Gli indici restano frazionalmente in rialzo. Niente di paragonabile comunque con quanto accaduto in Europa. Borse fiammeggianti dopo l’annuncio del nuovo scudo anti-spread e l’uso flessibile dei 1.700 euro di bond comprati col programma pandemico, da reinvestire man mano che arriveranno a scadenza. Dopo meno di una settimane di mercati nel caos per la stretta annunciata giovedì scorso, la Bce fa un mezzo dietrofront.