Il flop il Fico, il luna park del cibo chiude con i conti in rosso
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ApprofondimentiCronaca Lun 08 agosto 2022

Il flop il Fico, il luna park del cibo chiude ancora con i conti in rosso

Forse aveva ragione Paolo Gentiloni il 15 novembre di cinque anni fa quando da presidente del Consiglio inaugurandolo disse: «Fico è l’Italia» Il flop il Fico, il luna park del cibo chiude ancora con i conti in rosso
Carlo Cambi
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Carlo Cambi

I conti di Fico

Forse aveva ragione Paolo Gentiloni il 15 novembre di cinque anni fa quando da presidente del Consiglio inaugurandolo disse: «Fico è l’Italia». Nel senso che la crisi non conosce confini, le chiacchiere stanno a zero, anzi in questo caso sotto zero, e in ultimo arriva sempre Pantalone. Quel giorno a baciare la pantofola del profeta della salamella c’era mezzo Governo e Oscar Farinetti aprendo la cattedrale nel dessert del fu mercato ortofrutticolo felsineo si sentiva l’uomo più appetibile del mondo. Prometteva 6 milioni di visitatori, una revenue – per dirla alla piemontese come lui – milionaria nel volgere di un paio di bilanci.

Il bilancio di Fico

Aveva il Comune di Bologna e la Regione a dargli sostegno – per esempio con i Ficobus le navette costate 4 milioni di euro per portare in tre anni dalla stazione di Bologna al mercatone di Oscar una media di 4 passeggeri a corsa con perdite ripianate a piè di lista dal contribuente – i fondi pensione che ci avevano messo dei soldi, ma soprattutto aveva Alleanza 3.0 la mega Coop allora guidata da Adriano Turrini come socio di riferimento suo e di Unipol. Tanto che al supermeracatone è spettata la nomina di Tiziana Primori come amministratore delegato della Fabbrica italiana contadina, in arte Fico. Sono passati cinque anni e si archivia un altro bilancio in perdita: 3 milioni e spiccioli nel 2021, dopo 5 rimessi due anni fa e i 4,3 di tre anni fa. Hanno già dovuto fare un aumento di capitale da 5 milioni che forse non basta più. Nel frattempo ad Alleanza 3.0 c’è un nuovo presidente Mario Cifiello alle prese con un conto da riequilibrare. Nel 2020 il gigante delle Coop perdeva 132 milioni, l’anno scorso ha chiuso con altri 22 milioni in negativo.

Sono stanchi di buttare quattrini in Fico, i soldi servono per tenersi stretto il pacchetto di Unipol a garanzia di un prestito da soci di 3,2 miliardi che pesa un po’ di più, con tutto il rispetto, di Farinetti. Tiziana Primori si è fatta da parte e hanno chiamato il mago delle fiere: Stefano Cigarini. Ha fatto promesse in stile Farinetti smentendolo: ingressi a pagamento, spettacoli e parco giochi. Della cultura contadina neppure l’ombra. Anche Farnetti aveva virato, visto il deserto di presenze (la media è sotto il 10% di quanto promesso), verso le giostre, ma ci si era messa anche la pandemia a spingere in rianimazione Fico. E siamo all’oggi.

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