Chi ha sabotato il gasdotto Nord Stream? Ecco cosa emerge
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ApprofondimentiCronaca Ven 30 settembre 2022

Chi ha sabotato il gasdotto di Nord Stream? Ecco cosa sta emergendo

Il gasdotto Nord Stream 1 non pompava gas da tempo, mentre il Nord Stream 2 non era mai entrato in funzione. Chi ha sabotato il gasdotto di Nord Stream? Ecco cosa sta emergendo
Redazione Verità&Affari
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Chi ha sabotato Nord Stream

Il gasdotto Nord Stream 1 non pompava gas da tempo, mentre il Nord Stream 2 non era mai entrato in funzione, ma ora le possibilità che possano tornare operativi appaiono remote. I danni che hanno subito sono ingenti e le autorità svedesi hanno spiegato che le falle alle condutture sono quattro e che le perdite di gas non si fermeranno prima di lunedì. Le esplosioni registrate dai sismologi lunedì scorso sono ormai considerate da tutti un’azione di sabotaggio. C’è chi ipotizza l’uso di un sommergibile, di un drone marino o di un’operazione di incursori subacquei. Su chi ne sia l’autore mancano prove certe, ma lo scambio di accuse ha già preso il via.

Scambi di accuse

La Russia ha fatto sapere che possiede “materiali” che dimostrerebbero un coinvolgimento dell’Occidente nelle esplosioni a Nord Stream 1 e 2. Lo ha dichiarato il capo dei servizi d’intelligence esterni russi (Svr), Sergei Naryshkin, citato dall’agenzia Tass. Stati Uniti ed Europa puntano il dito contro la Russia, ma il Cremlino per bocca del portavoce Dmitry Peskov replica che «è ridicolo», affermando che sembra «un atto terroristico, probabilmente di un Paese straniero». La tesi russa si basa anche sul concetto che il colosso dell’energia russo Gazprom, proprietaria al 51% del gasdotto, non avrebbe avuto alcun vantaggio a sabotarlo.

L’opera, tra il tratto on shore e quello off shore, è costata circa 15 miliardi di euro, quindi Mosca danneggerebbe se stessa economicamente rendendo inutilizzabile Nord Stream. E non solo. Il Cremlino ha sottolineato anche che tutte le tonnellate di gas «che si stanno disperdendo» sono di proprietà russa. Ma, allo stesso tempo, potrebbe anche essere il prezzo che Vladimir Putin sarebbe disposto a pagare per mettere ancor più in difficoltà l’Europa, in un momento di fragilità energetica. Gli stoccaggi non sono al 100%, sta arrivando la stagione fredda e la maggior parte dei Paesi Ue non è ancora indipendente dal gas russo. Inoltre, il blocco del Nord Stream ha fatto infiammare il prezzo del metano, che naviga sopra i 200 euro al megawattora ad Amsterdam, gettando scompiglio sui mercati. Se così fosse, si tratterebbe di una mossa per alzare il livello di tensione, oltre che un vero e proprio monito all’Occidente.

L’inchiesta della Russia

La Russia, però, ha aperto un’inchiesta e ha chiesto e ottenuto per oggi una riunione del Consiglio di sicurezza dell’Onu sulla vicenda. La portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, accusa gli Stati Uniti dicendo che lo stesso presidente Joe Biden dovrebbe chiarire il suo ruolo. La diplomazia russa, infatti, ha tirato fuori un filmato, che sta girando sui social, in cui il 7 febbraio scorso Biden, dopo un incontro con il cancelliere tedesco Olaf Scholz, avvertiva: «Se la Russia attraversa il confine ucraino, non ci sarà più un Nord Stream 2. Vi metteremo fine».

E la Zakharova chiede ora se la Casa Bianca «abbia messo in atto la minaccia». Washington replica che è «la solita disinformazione russa», affermando che erano solo le richieste Usa a Berlino perché fermasse l’avvio di Nord Stream 2 in caso di invasione dell’Ucraina, cosa che è realmente accaduta. Ma si fa strada anche un’altra ipotesi e cioè che il sabotaggio sia opera del Gru, il servizio segreto militare russo al quale, guarda caso, spetta la sorveglianza del Nord Stream. Secondo alcuni media tedeschi, avrebbe agito all’insaputa del Cremlino e di Gazprom, segno che a Mosca non è tutto sotto controllo, ma c’è chi vuole alzare la tensione deliberatamente.

Cresce l’allerta

L’Occidente è comunque in allarme. La Marina militare sia di Svezia sia di Danimarca è in stato d’allerta nel Mar Baltico, ma ci sono anche altri Paesi europei, tra cui l’Italia, che hanno rafforzato la sicurezza attorno ai gasdotti nel timore di altri sabotaggi. Sulla vicenda interviene anche la Nato. «Come alleati – scrive il Consiglio Atalantico -, ci siamo impegnati a prepararci, scoraggiare e difenderci dall’uso coercitivo dell’energia e da altre tattiche ibride da parte di attori statali e non statali. Qualsiasi attacco deliberato contro l’infrastruttura critica degli alleati sarebbe accolto con una risposta unita e determinata». Insomma, nessuna de escalation.

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