Crisi aziendali, nasce il modello veneto: Ideal Standard con Del Vecchio
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Cronaca Mar 21 giugno 2022

Crisi aziendali, nasce il modello veneto: accordo Ideal Standard con Del Vecchio

L’accordo di cessione di Ideal Standard e del marchio Ceramica Dolomite frutto di una collaborazione tra sindacati, pubblico e privato. Crisi aziendali, nasce il modello veneto: accordo Ideal Standard con Del Vecchio
Redazione Verità&Affari
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L’accordo di cessione del sito Ideal Standard

Per il piano industriale occorrerà ancora aspettare, ma ieri tra il Veneto e Roma è stato presentato un modello per la gestione di crisi aziendali. Così, almeno, lo ha definito il governatore veneto Luca Zaia: l’accordo di cessione del sito Ideal Standard di Borgo Valbelluna e del marchio Ceramica Dolomite, ha spiegato, è frutto di una collaborazione tra sindacati, pubblico e privato, uniti per l’obiettivo.

E tra i privati c’è un nome di pregio: Leonardo Del Vecchio, che si è detto «molto felice quando posso contribuire al rilancio di una realtà industriale, in particolare nel Veneto che tanto con me è stato generoso». Con la sua holding Delfin, Del Vecchio ha infatti aderito alla cordata promossa da Enrico Marchi, con Banca Finint. Con loro, anche la holding di Luigi Rossi Luciani e Bruno Zago, con la sua Za-Fin. La nuova società è operativa dal primo del mese e l’accordo è stato raggiunto qualche giorno fa per reindustrializzare il sito produttivo bellunese e rilanciare sul mercato lo storico marchio di ceramiche.

La nuova Corneliani

La nuova azienda avrà una holding di controllo partecipata in modo paritetico dai quattro soci fondatori – si chiamerà C.D. holding -, socia di maggioranza al 53,33% della società operativa Ceramica Dolomite spa. Il percorso individuato, ha sottolineato ieri il Mise, prevede inoltre l’attivazione del cosiddetto «metodo Corneliani», introdotto da Giancarlo Giorgetti, che prevede l’ingresso nella nuova società del Fondo di salvaguardia gestito da Invitalia. Da questo fondo verranno 7 milioni di euro. I privati ne metteranno altri 8. Senza ricorso a strumenti di debito. «Siamo orgogliosi di aver promosso questo progetto industriale di sistema», ha evidenziato Marchi. «Rappresenta un’operazione paradigmatica di quello che dovrebbe fare un territorio, ovvero riportare al suo interno anche la testa pensante dell’industria, per crescere e creare nuove opportunità di sviluppo».

Posti di lavoro salvi

Si punta così a salvaguardare i livelli occupazionali: tutti i 408 lavoratori veneti vengono trasferiti alla nuova società. E per gli 80 vicini alla pensione è stato previsto uno scivolo previsto dal contratto di espansione. È stato attivato, inoltre, un contratto di solidarietà. Dal punto di vista operativo, la produzione sarà avviata con gradualità nel corso del mese di luglio: sarà riattivata inizialmente una sola linea produttiva, per raggiungere nei mesi successivi la piena operatività dello stabilimento con la messa in funzione anche delle altre due linee di produzione e il rientro della maggior parte degli addetti.

Il rischio della chiusura, e anche di una delocalizzazione, si era paventato dalla primavera dello scorso anno nella frazione Trichiana di Borgo Valbelluna. A ottobre, la multinazionale belga Ideal Standard aveva reso noto di voler cessare la produzione. Negli anni, numerose le crisi. E i lavoratori avevano devoluto una parte della propria retribuzione per il salvataggio. Attivo nell’operazione anche Federico D’Incà, il ministro dei Rapporti con il Parlamento che a Trichiana ci è nato.

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