Le tante imprese che sono salite sul carro di Giorgia Meloni
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CronacaDa non perdere Mar 25 ottobre 2022

Le tante imprese che sono salite sul carro di Giorgia poco prima del voto

Alla fine anche gli imprenditori hanno compreso che a vincere le elezioni politiche sarebbe stata Giorgia Meloni. Le tante imprese che sono salite sul carro di Giorgia poco prima del voto
Franco Bechis
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Franco Bechis

Le imprese che hanno finanziato la Meloni

Se ne sono accorti solo all’ultimo, a pochi giorni se non addirittura a poche ore dalle elezioni. Ma alla fine anche gli imprenditori hanno compreso che a vincere le elezioni politiche sarebbe stata Giorgia Meloni, con buona probabilità di fare il capo del governo. Così nelle ultime due settimane prima dell’apertura delle urne a festeggiare in anticipo sono state le casse di Fratelli di Italia, fino a quel momento rifornite solo dai soldi di vecchi eletti e nuovi candidati e del generoso ma di solito piccolo contributo dei militanti.

Settembre ha rappresentato la vera svolta, con il partito della Meloni che per la prima volta è andato in testa nella raccolta di contributi da parte di società per azioni, società a responsabilità limitata e varie associazioni o lobbies di categoria. Fino a quell’ultimo istante a fare la parte del leone nella raccolta di questi contributi era stata la futura lista unica di Carlo Calenda e Matteo Renzi, che di fatto erano stati i beniamini di manager e imprenditori facendo il vuoto intorno a loro.

Con le liste depositate fra 2 e il 14 di ottobre scorso presso la tesoreria unificata del Parlamento dove secondo legge ogni finanziamento alla politica va registrato, la Meloni è balzata in testa alla classifica, raccogliendo in extremis qualche centinaio di migliaia di euro inatteso.

L’elenco dei benefattori

L’elenco dei “benefattori di Giorgia” è fitto anche se assai meno vip di quello registrato dai due galli del Terzo polo, ma il denaro alla fine è tutto uguale. Il deposito della lista dei nuovi benefattori di Fdi è avvenuto lo scorso 12 ottobre, ma i finanziamenti erano di qualche giorno o settimana precedente, tutti avvenuti prima dell’appuntamento con le urne. Seguendo l’ordine temporale dell’erogazione il 2 settembre scorso sono arrivati al partito della Meloni 50 mila euro da I.V.P.C. service srl. È la società di uno degli imprenditori più ricchi di Italia: Oreste Vigorito, il re delle pale eoliche, patron del Benevento calcio (anche se quest’anno ne ha lasciato la presidenza) e da pochi mesi vicepresidente della Lega calcio della serie B.

Una settimana dopo sono arrivati altri 10 mila euro dalla Societé del centres commerciaux Italia srl, di cui è amministratore Davide Maria Zanchi: è il gruppo che ha costruito il grande centro commerciale EuRoma 2. Il 12 settembre sono arrivati 30 mila euro dalla Cremonini spa, la società del re delle carni nazionali che evidentemente puntava alla sovranità alimentare del nuovo esecutivo pur essendo uno dei principali fornitori della carne per hamburger della internazionalissima McDonald’s.

Il giorno successivo sono arrivati 15 mila euro dalla Ervim di Bari, una importante società immobiliare pugliese. E ancora un contributo di 3 mila euro da parte di Federalberghi di Roma. Il 15 settembre altri 10 mila euro da parte dei Prefabbricati Pugliesi srl. Il giorno successivo 5 mila euro da parte dell’Unichimica di Vicenza. Il 19 settembre 40 mila euro da parte di Confagricoltura. Anche loro hanno puntato sulla Meloni, che però pochi giorni dopo il voto è andata a mostrare tutta la sua amicizia ai “concorrenti” di Coldiretti durante una loro manifestazione al Castello sforzesco di Milano. Il 20 settembre sono arrivati anche 30 mila euro da parte di una società di costruzione, la Edilcentro srl. E 3 mila euro dalla Geosintesi spa.

Nelle sedi periferiche

Negli stessi giorni però nelle sedi periferiche del partito sono arrivati decine di altri contributi da parte di piccole imprese del territorio. Fra questi meritano di essere segnalati in Toscana i 20 mila euro versati dalla società agricola Macchia Carbonara srl. E alla federazione romana di Fdi 10 mila euro dalla Aranova immobiliare srl di Fiumicino, 5 mila euro dalla Sac società appalti e costruziioni spa, 4 mila euro dalla Ns service hotel srl. E ancora 5 mila euro dalla Stile costruzioni edili di Rebecchini ing. Luigi spa, amministrata da Nicolò Rebecchini che è presidente di Acer Roma.

E ancora: Laghetto conglomerati srl con 6 mila euro, Marcost srl con 5 mila euro, Sofim srl con ulteriori 5 mila euro. Alla federazione pugliese del partito sono stati registrati ancora il 14 ottobre scorso altri 10 mila euro da parte della Prefabbricatu pugliesi che già aveva finanziato il partito nazionale con analoga somma e 10 mila euro dalla Cobes srl di Gennaro Nocco: qui però è finanziamento casalingo, visto che la Meloni ha candidato con successo (è senatrice) Maria Nocco. Numerose anche le società benefattrici a Piacenza (da Mcm Ecosistemi ad Allied international srl) e nella federazione della Emilia Romagna.

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