Mazzette e biglietti, l'inchiesta che inguaia anche Aponte di Msc
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CronacaIn evidenza Ven 18 novembre 2022

Mazzette e biglietti, l'inchiesta sulle concessioni che inguaia anche il patron di Msc

Tra gli indagati dalla Direzione distrettuale antimafia nell'inchiesta sulle concessioni demaniali c'è anche il patron di Msc Aponte. Mazzette e biglietti, l'inchiesta sulle concessioni che inguaia anche il patron di Msc GIANLUIGI APONTE ARMATORE
Redazione Verità&Affari
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Nell’inchiesta sulle concessioni anche Aponte

Concessioni demaniali in cambio di abbonamenti e biglietti per viaggiare gratis, a bordo di traghetti e aliscafi, tra le due Costiere e le isole del Golfo di Napoli. Ma pure in cambio di mazzette di denaro nascoste all’interno di cassette di limoni di Sorrento.

È quanto emerge dall’inchiesta della Direzione distrettuale antimafia di Napoli. I magistrati ipotizzano l’esistenza di un cartello di imprenditori marittimi, che avrebbe goduto anche della protezione della camorra. Tra le ipotesi di reato contestate: corruzione, turbativa d’asta e traffico di influenze illecite. Dieci persone, tra cui Salvatore Di Leva, amministratore delegato della Alilauro Gruson, sono finite oggi agli arresti domiciliari.

Tra i 44 indagati nell’inchiesta figurano anche il patron di Msc Crociere Gianluigi Aponte e l’armatore (ed ex senatore) Salvatore Lauro. Per loro i pubblici ministeri non hanno avanzato nessuna richiesta cautelare.

All’82enne capo di Msc, nato a Sorrento ma residente in Svizzera, gli inquienti contestano la corruzione e il traffico di influenze illecite. In particolare, Aponte è accusato di essere coinvolto, insieme con altri indagati, nella redazione di due atti finalizzati a consentire l’ingresso nel porto sorrentino di Massa Lubrense di due motonavi, proprietà di società riconducibili allo stesso Aponte e a Di Leva, in deroga a un’ordinanza della Capitaneria di Porto di Castellammare di Stabia, che  vieta l’approdo in quel porto a navi di lunghezza superiore ai 15 metri.

Il traffico di influenze è invece contestato in relazione al trasferimento e all’assegnazione di personale definito dagli inquirenti “compiacente” nelle capitanerie di Porto di Massa Lubrense e Amalfi.

“Aponte, per il quale non è stata richiesta alcuna misura cautelare, si ritiene completamente estraneo ai fatti, e lo stesso giudice ha ritenuto che non ci siano indizi su un suo contributo (pagina 210 dell’ordinanza)”, ha commentato un portavoce dell’imprenditore. Aponte “resta in ogni caso fiducioso sull’attività della magistratura”.

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