Jovanotti cerca il riscatto con il Beach Party dopo un biennio orribile per i conti
Con il Jova beach party sui litorali finalmente Lorenzo Cherubini, in arte Jovanotti, può tirare un sospiro di sollievo
Il bilancio delle società di Jovanotti
Le prime due tappe – quella di ieri e di stasera sulla spiaggia di Lignano Sabbiadoro – hanno fatto il tutto esaurito. Ed è possibile che lo stesso accada negli altri dieci appuntamenti del Jova beach party sui litorali di Italia. E finalmente Lorenzo Cherubini, in arte Jovanotti, può tirare un sospiro di sollievo e con lui tutti i collaboratori, perché dal punto di vista economico gli ultimi due anni sono stati un vero disastro imprenditoriale.
Colpa del Covid naturalmente e delle regole che hanno penalizzato mestieri come quello del cantante, che con i tour fatturava la gran parte delle sue entrate. Anche quelle sui diritti nel biennio sono andati scemando, e se per Lorenzo, chiuso nel suo buen retiro di Cortona, vicino ad Arezzo, il fieno messo in cascina negli anni precedenti è bastato e avanzato per vivere più che dignitosamente, i suoi collaboratori debbono accendere un cero ai vari decreti ristori varati durante la pandemia, perché sono stati praticamente la sola entrata a disposizione.
Il fatturato con il Covid
Jovanotti ha il controllo al 90% di due società, la Soleluna che si occupa di pubblicazioni e diritti della sua musica, e la Yo company che invece è quella centrale nella fatturazione dei concerti e delle manifestazioni. Da poco sono stati depositati in Camera di commercio in forma sintetica entrambi i bilanci 2021 e come per l’anno precedente la caduta degli incassi è stata verticale.
Soleluna, che fatturava nel 2019 1.820.910 euro, ha visto dimezzarsi gli incassi nel 2020 essendo passati a 917.224 euro. L’anno scorso è andata perfino peggio: 413.044 euro, nonostante i contributi in conto esercizio siano saliti da 40 mila a 103.857 euro. Ovviamente con la contrazione del fatturato addio utile, che già nel 2020 si era ridotto sensibilmente a 98.507 euro. L’ultimo anno è arrivato il rosso, con una perdita di 138.299 euro.
E non è stata la sola cattiva notizia: fino al 2020 la società di Jovanotti non aveva manco un euro di debito con le banche. Nel 2021 invece in quella situazione è dovuta andare a bussare alla porta degli istituti di credito indebitandosi per 450 mila euro, cifra superiore al fatturato annuo. I ricavi dall’attività tipica per altro si sono ridotti all’osso: 277.373 euro per «prestazioni», 14.931 euro di royalties e 816 di «ricavi diversi».
Le società di Jovanotti
Non è andata tanto meglio alla Yo company. Il 2018 era stato un anno boom, grazie al sedicesimo tour musicale di Lorenzo (il Live Tour) che si aprì a febbraio per concludersi a luglio al Mediolanum Forum di Assago. Quell’anno il fatturato fu di 6,6 milioni di euro, e l’utile di 756.229 euro. Il 2019 è andata meno bene, anche se fu l’anno del primo tour sulle spiagge italiane: fatturato di 3,4 milioni di euro e utile di 310.760 euro.
Poi la caduta verticale che ben emerge dal bilancio 2021 della società: il valore della produzione è sceso a 89.493 euro (in linea con il 2020) e l’utile è scomparso perché è anche qui i conti si sono tinti di rosso con una perdita di esercizio di 28.066 euro (l’anno precedente ancora si registrava un utile di 41.128 euro grazie a ricavi diversi per 46 mila euro). Avendo prudentemente in entrambe le società accantonato a riserva gli utili degli anni delle vacche grasse, si è pescato da quelli per coprire le impreviste perdite senza dovere mettere mano al portafoglio e potendo attendere con tranquillità la ripartenza del 2022.
La ripartenza di Jovanotti
Quest’anno Jovanotti per altro accompagna il tour nelle spiagge a un accordo sottoscritto in primavera con Banca Intesa e il Wwf Italia, quella ribattezzata RI-PARTY-AMO. Grazie al lancio di un crowfunding a cui ha contribuito anche nei versamenti la banca, sono stati raccolti 5 milioni di euro per la pulizia delle spiagge dopo i vari concerti e la formazione ambientale dei ragazzi nelle scuole e nelle Università (si è partiti a maggio alla Bicocca). Oltre alle spiagge pulite il programma prevede anche «interventi infrastrutturali per tutelare habitat naturali quali zone umide, fiumi e laghi».