Gualtieri ex ministro contro Gualtieri sindaco, commedia romana
Menu

QUOTIDIANO INDIPENDENTE - Fondato e diretto da MAURIZIO BELPIETRO

Home/ In evidenza/Cronaca
CronacaIn evidenza Dom 21 agosto 2022

Gualtieri ex ministro contro Gualtieri sindaco, la commedia tutta romana

È una storia che merita un film: quando era guidato da Roberto Gualtieri il Mef, il ministero dell’Economia e delle finanze. Gualtieri ex ministro contro Gualtieri sindaco, la commedia tutta romana
Gianfranco Ferroni
di 
Gianfranco Ferroni

Multato il Mef dell’ex ministro Gualieri

È una storia che merita un film: quando era guidato da Roberto Gualtieri il Mef, il ministero dell’Economia e delle finanze, è stato accusato di non pagare la Tasi al Comune di Roma. E ora quel dicastero è stato condannato a pagare oltre 70 mila di euro al Campidoglio, dove in questo momento si trova proprio lo stesso Gualtieri. Succede quando un personaggio in poco tempo ottiene troppi incarichi: ministro, parlamentare, primo cittadino. Roba da ricordare un protagonista delle scene teatrali di una volta come il campione del trasformismo Leopoldo Fregoli, e oggi Arturo Brachetti. Un vortice di poltrone che può far girare la testa e creare situazioni imbarazzanti, come quella accaduta a Gualtieri.

Il ministro Gualtieri contesta

I fatti: il 2 dicembre 2020 al ministero guidato allora da Gualtieri viene notificato un avviso di accertamento riguardante una maggiore imposta dovuta per la Tasi, per un importo di 70,488 euro. Nel mese di gennaio dell’anno successivo, e ministro era sempre Gualtieri, il Mef contesta l’avviso, obiettando l’infondatezza del credito preteso dal comune di Roma, fornendo anche l’elenco delle proprietà immobiliari oggetto della contesa: senza dimenticare che, secondo il dicastero, veniva violato il principio di chiarezza degli atti.

Un incartamento davvero voluminoso, forse troppo, infarcito da indicazioni relative a immobili appartenenti alla dotazione della Presidenza della Repubblica, e poi al Demanio Idrico/marittimo oltre che a diverse finalità istituzionali e a numerose amministrazioni statali, per non parlare di luoghi adibiti alla formazione del clero e dei religiosi: faldoni che la Ctp di Roma ha dovuto studiare con attenzione. Ma alla fine il risultato di questo ricorso è stato negativo per il ministero. Una bocciatura condita da sottolineature con la matita blu, come si legge nelle osservazioni preliminari quando si evidenzia che «l’atto impugnato contiene, contrariamente a quanto lamentato dal ricorrente, tutti quegli elementi, in fatto ed in diritto, idonei a rendere edotto il Ministero dei presupposti della pretesa tributaria».

Che poi una frase di questo tipo se viene indirizzata a un normale cittadino, ignaro di leggi e codici, ci può stare, ma quando il destinatario è il ministero di Via XX Settembre che è per l’appunto definito, oltre che dell’economia, anche delle finanze, fa veramente male visto che lì le norme fiscali le scrivono.

Il sindaco esulta

Così, nella sentenza della Ctp Roma 9225/2022 datata 22 luglio e che è stata depositata lo scorso 3 agosto il Mef è stato condannato a pagare tutta la somma richiesta dal Campidoglio, e anche sanzioni, interessi e spese processuali. È una di quelle bacchettate sulle dita che si ricordano per sempre, e che ora arrivano pure su quelle dell’incolpevole Daniele Franco, l’attuale titolare del Mef, al quale tocca aprire la cassa del dicastero per pagare il dovuto.

Al Comune di Roma possono finalmente festeggiare per aver lottato contro l’evasione fiscale, per non parlare dell’elusione, e senza guardare in faccia nessuno, conducendo una guerra senza quartiere a chi cerca di sottrarsi al dovere di ogni cittadino, ovvero pagare le tasse. È il mantra del Partito democratico, da sempre, ripetuto all’infinito dal segretario Enrico Letta. Già, ma chi c’è adesso in Campidoglio? Roberto Gualtieri. Avrà stappato una bottiglia di spumante per la vittoria dei bravissimi legali capitolini contro il suo ex Mef?

Condividi articolo