Il governo toglie l’obbligo del Pos per i pagamenti sotto ai 30 euro
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ApprofondimentiCronaca Ven 25 novembre 2022

Il governo toglie l’obbligo del Pos per i pagamenti sotto ai 30 euro

Il governo toglie l’obbligo di Pos per i pagamenti al di sotto dei 30 euro. Saltano le sanzioni previste per i commercianti. Il governo toglie l’obbligo del Pos per i pagamenti sotto ai 30 euro Un pagamento elettronico
Maddalena Camera
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Maddalena Camera

Il governo toglie l’obbligo del Pos

Secondo l’Unione Nazionale Consumatori al momento sarebbero state comminate solo 20 multe. Sarebbe questo il risultato, non certo brillante, dell’introduzione dell’obbligo dei pagamenti con il Pos, ossia con carte di credito o debito, scattato il 30 giugno scorso per commercianti e artigiani. Indubbie le difficoltà nei controlli, possibili evidentemente solo in caso di denuncia da parte di chi ha effettuato l’acquisto.
Il risultato è che nella bozza della Manovra di bilancio del governo Meloni le multe per i negozianti e i professionisti che non accettano i pagamenti con carta di credito al di sotto dei 30 euro sono state eliminate. La misura si trova all’articolo 68 vicino al comma, forse propedeutico al secondo, che alza il limite alla circolazione di contante, che sarebbe sceso a mille euro dal 1° gennaio prossimo, a 5 mila euro. Il secondo comma invece sancisce l’ennesima marcia indietro sulle sanzioni per i commercianti che non utilizzano il Pos per i pagamenti sotto i 30 euro.

La manovra modifica infatti il decreto 179 del 2012, del governo Monti, che disponeva l’obbligo di Pos a meno di «oggettiva impossibilità tecnica». Nella bozza del nuovo si aggiunge al decreto Monti che il provvedimento è limitato «alle transazioni di valore inferiore ai 30 euro». Viene anche specificato che il Ministero delle Imprese d’accordo col Mef, stabilirà entro giugno (ossia entro 180 giorni) i criteri di esclusione per «garantire la proporzionalità della sanzione e assicurare l’economicità delle transazioni in rapporto ai costi delle stesse». Intanto, nelle more dell’adozione del decreto «sono sospesi i procedimenti e i termini per l’adozione delle sanzioni». Da registrare la reazione negativa al provvedimento da parte dell’Unione Nazionale Consumatori.

L’associazione consumatori

«È incredibile che si facciano passi indietro – ha detto Massimiliano Dona, presidente dell’Unc – È pazzesco che dopo meno di 5 mesi dall’introduzione delle sanzioni, entrate in vigore il 30 giugno, già si faccia un’inversione a U, quando l’obbligo del Pos è previsto dal 2012. Ossia ben 10 anni fa, con il cosiddetto decreto crescita 2.0 e sarebbe dovuto entrare in vigore già dal 1° gennaio 2014. La scusa dei costi è una fake news colossale, visto che ormai molte banche hanno deciso di azzerare o comunque di abbassare le commissioni per i micro pagamenti. Inoltre bastava rinnovare i crediti di imposta ora scaduti per risolvere il problema».

La multa era stato introdotta dal governo Draghi come mossa antievasione proprio sui mini e micro pagamenti, che aveva anticipato al 30 giugno 2022 (anziché il 1° gennaio 2023) la sanzione per il negoziante, l’artigiano o il professionista che rifiuti al cliente il pagamento attraverso Pos. La multa era però bassa: 30 euro più il 4% del valore della transazione rifiutata. Dall’obbligo erano esonerati i tabaccai, limitatamente alla vendita di prodotti dei monopoli (sigarette) o dei valori postali e bollati (marche da bollo), visto lo scarso margine di guadagno su questi prodotti.

Le multe per il Pos

Le multe certe comminate fino ad oggi sarebbero solo 20: 2 a Belluno, 7 a Sassari, 1 a Rimini in gelateria, 4 a Treviso e alcune a Latina. Insomma poca cosa e, fatto curioso, niente al sud dove incontrare un Pos funzionante è un evento raro. Certo, le sanzioni non risolvevano il problema dei pagamenti non tracciati e dunque in «nero» ma davano forza all’obbligo in vigore dal 2014. Con la riduzione del tetto all’uso dei contanti la misura era il punto di arrivo di un percorso graduale che doveva potenziare i pagamenti con mezzi tracciabili. Secondo i consumatori, con le novità che il Governo ha inserito nel prossimo decreto legge di Bilancio si bloccherebbe l’attuazione del piano cashless su cui hanno lavorato gli ultimi governi.

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