Lo scandalo maltrattamenti azzera il big delle case di riposo Orpea
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ApprofondimentiCronaca Gio 03 novembre 2022

Lo scandalo dei maltrattamenti azzera il big delle case di riposo Orpea

Orpea è una delle società europee più importanti nella gestione delle case di riposo (Rsa) e nelle cliniche di riabilitazione. Lo scandalo dei maltrattamenti azzera il big delle case di riposo Orpea
Fabio Pavesi
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Fabio Pavesi

Le case di riposo Orpea

Ci sono business che sembrano fatti apposta per essere forti e indistruttibili, soprattutto in Borsa. È il caso delle case di riposo per anziani. L’affare per chi le gestisce dovrebbe essere una passeggiata. Con l’incremento crescente e strutturale della popolazione anziana in Europa la domanda è più che assicurata e inoltre spesso le case di riposo o Rsa, come meglio volete chiamarle, godono di sovvenzioni pubbliche, dato che dovrebbero sgravare il peso della popolazione anziana dall’assistenza diretta e ospedaliera dello Stato.

Un business sicuro

Una tipica attività anticiclica, immune al contesto macro-economico esterno. Eppure quello che sulla carta sembra il business perfetto e senza rischio per gli investitori può riservare cattive sorprese. È il caso di Orpea che sta subendo un crollo senza precedenti nella sua storia alla Borsa di Parigi. Orpea è una delle società europee più importanti nella gestione delle case di riposo (Rsa) e nelle cliniche di riabilitazione eppure venerdì scorso è arrivata a perdere da inizio anno il 92,5% della capitalizzazione di Borsa. Un leader mondiale nell’assistenza agli anziani presente in 23 Paesi (Italia compresa) con una rete di 1.100 strutture sanitarie con 111.800 posti letto.

Il libro dello scandalo

Il caso paradossale di Orpea lo racconta bene Salvatore Gaziano, responsabile investimenti della società di consulenza indipendente Soldiexpert. «Settimana scorsa il titolo era arrivato a perdere il 28,5% dopo che la società ha annunciato di avere avviato una procedura di conciliazione amichevole per la ristrutturazione del proprio elevatissimo debito che è diventato altrimenti ingestibile per i conti della società dopo lo scoppio del caso “Les Fossoyeurs”».

Gaziano spiega che «il caso è un libro inchiesta (la traduzione italiana sarebbe “I becchini”) scritto dopo 3 anni di indagine dal giornalista Victor Castanet, che ha indagato sulle condizioni delle case di riposo gestite dal gruppo Orpea. E dove sono emerse situazioni deprecabili dove gli ospiti delle strutture (con rette mensili anche nella fascia 5 mila-8 mila euro) non ricevevano certo trattamenti con i fiocchi, ma condizioni igieniche precarie, pasti razionati e mancanza di personale e di cure».

Il mese scorso, Orpea, accusata di maltrattamento e negligenza nei confronti degli anziani residenti e di appropriazione indebita di fondi pubblici, ha registrato una perdita netta intermedia di 269 milioni di euro, rispetto a un utile di 102 milioni nello stesso periodo dell’anno scorso. A giugno, Orpea aveva dichiarato che un audit indipendente aveva trovato prove di illeciti finanziari, tra cui spese di lavoro gonfiate e pagamenti sospettosamente grandi a terzi ammettendo in parte delle “violazioni etiche”.

Inutile dire, racconta ancora Gaziano, che «il titolo Orpea (come quello Korian sempre quotato a Parigi e che ha subito una sorte borsistica simile nell’ultimo anno) era considerato una “pepita dell’oro grigio” dalla maggior parte degli addetti ai lavori che vedevano in questo genere di società la possibilità di trarre il massimo profitto dalla tendenza all’invecchiamento della popolazione europea».

I miliardi di debiti

Come si vede dal racconto di Gaziano, i presupposti per essere un titolo sicuro c’erano tutti, ma poi basta una gestione disinvolta e voilà la frittata è fatta. Del resto Orpea sulla carta sembrava un titolo a prova di bomba. Ne è prova il suo andamento economico sempre in crescita. Il fatturato negli ultimi 10 anni era cresciuto a doppia cifra ogni anno, passando da 1,4 miliardi a oltre 4,2 miliardi a fine del 2021. Con utili più che buoni, spesso sopra i 100 milioni negli anni migliori.

Poi ecco lo scandalo che ha svelato le vere condizioni delle case di riposo del gruppo che faceva pagare rette ai suoi anziani da albergo a 4 stelle, ma con condizioni di vita da stamberga. Se hai i ricavi assicurati e crescenti da una domanda che sale ogni anno e con rette che puoi tenere alte, basta agire sui costi (tenendoli bassi il più possibile) e il gioco è fatto. La redditività è garantita.

Ma Orpea non ha tradito solo sulle condizioni della sua offerta di servizi, ma ha fatto pure il passo falso del denaro facile preso a prestito. La gestione allegra è ricorsa molto all’indebitamento nella consapevolezza che il business fosse ultra-sicuro. E così ecco che Orpea si è trovata con una zavorra di debiti per la cifra record di 13 miliardi, un valore spropositata pari a 4 volte il suo capitale e a 3 volte il suo fatturato. Ecco che lo scandalo e i debiti hanno fatto la miccia che ha fatto esplodere la bomba. Con il titolo che ha bruciato in Borsa nell’ultimo anno ben 5 miliardi di capitalizzazione. Occhio a fidarsi ciecamente dei business ultra-sicuri. Sulla carta.

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