Il colosso Pfizer in overdose di utili grazie al vaccino del coronavirus
Con un fatturato di 27,7 miliardi e un utile netto di 9,9 miliardi di dollari Pfizer celebra la trimestrale più ricca della sua storia. Una fiala di vaccino PfizerIl bilancio di Pfizer
Con un fatturato di 27,7 miliardi e un utile netto di 9,9 miliardi di dollari Pfizer celebra la trimestrale più ricca della sua storia che porta i ricavi dei primi sei mesi a 53,4 miliardi di dollari (+78% rispetto al 2021) e l’utile a 17,7 miliardi di dollari (+70%). Così per la prima volta è ormai certo che il colosso farmaceutico sfonderà a fine di quest’anno i 100 miliardi di fatturato. Tutto ancora una volta grazie ai farmaci anti-Covid, i vaccini a rMna che rappresentano più di un terzo degli incassi grazie soprattutto ai contratti con l’Unione europea e altri Paesi occidentali (80% del fatturato) e le pillole Paxlovid da cui sono arrivati 9,8 miliardi di euro di fatturato nel semestre soprattutto dagli Stati Uniti.
I nuovi vaccini per il Covid
Se in Italia e in gran parte di Europa la sensazione è che il coronavirus sia quasi alle spalle, nel quartiere generale di Pfizer la sensazione è quella esattamente opposta: per loro resta ancora un business in crescita che non invertirà la tendenza nel breve, ma nemmeno in tempi medi. Lo ha detto senza mezzi termini presentando al mercato i dati della semestrale il presidente e Ceo di Pfizer Albert Bourla: «Dove andremo a finire?», si è chiesto il manager. «Dopo 2,5 lunghi anni, come tutti, ci auguriamo che questa crisi sanitaria globale finisca presto. Ma per quanto la speranza sia importante, la speranza non è scienza. E la scienza ci dice che la Covid-19 probabilmente rimarrà un problema di salute globale importante per gli anni a venire. Riteniamo che Pfizer sia ben posizionata non solo per mantenere, ma anche per accrescere la nostra leadership commerciale e scientifica nella lotta contro il Covid-19».
La previsione di Pfizer sul coronavirus
Vero che per Pfizer con questi risultati il coronavirus se non esistesse bisognerebbe quasi inventarlo, però Bourla si è lasciato andare a scenari così tetri da farlo quasi sembrare un menagramo: «Finora, siamo stati fortunati perché la maggior parte delle varianti ha portato a malattie meno gravi. Ma rimane la possibilità che emerga una variante futura che combini la contagiosità di Omicron con la gravità del virus originale. È uno scenario che nessuno vuole immaginare, ma per il quale dobbiamo essere preparati. Ed è per questo che stiamo facendo tutti questi investimenti. Ed è anche per questo che è fondamentale che Pfizer continui a investire nella ricerca e nello sviluppo dei vaccini e dei trattamenti Covid-19».
Il colosso farmaceutico ha già per questo presentato all’Ema (e successivamente alla Fda negli Usa) i risultati della sua sperimentazione su un vaccino bivalente che contenga oltre alla dose tradizionale anche una mezza dose adattata alle varianti Omicron 4 e 5: «Pfizer – ha proseguito Bourla – sta attualmente procedendo con lo sviluppo di un candidato vaccino booster Omicron BA.4/BA.5 bivalente Covid-19 e punta a questo autunno per il lancio negli Stati Uniti, naturalmente previa autorizzazione normativa. Pfizer è ben posizionata per soddisfare gli attuali obblighi contrattuali e la domanda potenziale nell’ambito della sua capacità produttiva fino alla fine dell’anno».
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