Urso annuncia la ricetta italiana del gas: ecco il nostro piano
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CronacaPrimo piano Gio 03 novembre 2022

Urso annuncia la ricetta italiana del gas: raddoppio del Tap, rete di gasdotti e trivelle nell'Adriatico

Raddoppiare la produzione di gas per contrastare il caro energia e completare la rete di gasdotti. Il piano per il gas del ministro Urso. Urso annuncia la ricetta italiana del gas: raddoppio del Tap, rete di gasdotti e trivelle nell'Adriatico
Redazione Verità&Affari
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Il piano del gas in Italia

Raddoppiare la produzione nazionale di gas per contrastare il caro energia e completare la rete nazionale di gasdotti per diversificare ulteriormente le fonti di approvvigionamento. Il ministro delle Imprese e del made in Italy Adolfo Urso ha annunciato il piano del gas. Uno schema che passa dalle estrazioni che “raddoppieranno partendo già dagli attuali giacimenti, senza necessità di ricorrere a nuovi”, sostenendo che “si può già passare da 3 a 6 miliardi di metri cubi dagli attuali giacimenti”. “Poi – ha aggiunto – si può sicuramente trivellare di più nel bacino comune dell’Adriatico”, dove “si potrebbero ricavare almeno altri 70 miliardi di metri cubi di gas, e forse di più”, ma “non basta solo questo ma sarebbe già importante per ridurre il costo dell’energia e ridurre l’impatto ambientale”.

La spiegazione del ministro

Infatti, ha spiegato il ministro, “dobbiamo attivare tutte le forme di produzione energetica”, ricorrendo dunque “sempre più al rinnovabile”, e “completando la rete di gasdotti”. Su questo fronte il ministro ha ricordato che bisognerebbe “raddoppiare” il Tap, “realizzare il quarto gasdotto dai giacimenti scoperti nel Mediterraneo orientale” e, se la Francia dovesse opporsi al collegamento continentale della rete con la Spagna, “realizzare un’intesa con il governo spagnolo collegandoci alla rete spagnola che detiene 7 rigassificatori”. A valle di tutta questa strategia, ha concluso Urso, “saremmo più autonomi” e l’Italia potrebbe diventare “hub del gas d’Europa”. 

In un’intervista a Repubblica sempre il ministro ha ricordato come “dieci anni fa producevamo 13 miliardi di metri cubi dagli attuali giacimenti, oggi solo tre. Perché la differenza, nel frattempo, è stata coperta dall’import dalla Russia. Si può ripartire raddoppiando la produzione dagli attuali pozzi e poi con le trivellazione nell’Adriatico centrale al largo della coste, c’è un giacimento comune con la Croazia da cui estrarre 70 miliardi di metri cubi in più anni. Il resto lo può fare la diversificazione delle fonti: io credo che saremo in grado di esportare energia verso i Paesi del Nord”.

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