L'eredità di Piero Angela e il patrimonio diviso tra la moglie e i figli
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CronacaIn evidenza Sab 13 agosto 2022

Gli investimenti di Piero Angela e il patrimonio diviso tra la moglie e i figli

Piero Angela aveva deciso di investire sul mattone, insieme ai figli Alberto e Cristina e la moglie Margherita Pastore. Gli investimenti di Piero Angela e il patrimonio diviso tra la moglie e i figli
Emanuele Bonora
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Emanuele Bonora

Giornalista de La Verità, esperto di nuovi media. Responsabile dell'edizione online del quotidiano e delle strategie digitali.

L’eredità di Piero Angela

Asciutto com’era lui. Sobrio anche nella gestione delle sue finanze. Nessuna spericolatezza per amministrare un patrimonio fatto di duro lavoro e anni di fatiche. Per garantirsi una vecchiaia serena e lasciare un’eredità senza frizioni, Piero Angela, venuto a mancare all’età di 93 anni, aveva deciso di investire principalmente sul mattone, insieme ai figli Alberto e Cristina e la moglie Margherita Pastore.

È tutto in chiaro nelle tre società costituite dal giornalista per lo scopo: la Lares, la Alcripieri e la Campi. Sono proprietarie di un locale commerciale, affittato ad una banca in via Giovanni Battista Pirelli a Milano, di un ufficio nel Sestiere San Marco a Venezia, di un appartamento nel Sestiere Cannaregio sempre a Venezia e di due negozi a Roma, in via Bergamo, dove c’è un supermercato, e in via XX Settembre, dove c’è una gelateria. 

Il fatturato delle società

Fatturato delle prime due società: 200mila euro circa ognuna, con un utile complessivo di circa 100mila euro. La Campi, invece, che ha nel patrimonio uno dei due immobili di Venezia, ha registrato appena 18mila euro di ricavi con una perdita di 8mila euro. Oltre alle società, nelle quali Piero Angela deteneva ormai da tempo una quota di minoranza, tra le proprietà del noto volto televisivo c’è il villino via Madonna di Campiglio a Roma, nel quartiere di Acquatraversa, tra le zone residenziali più esclusive della Capitale. E due autorimesse.

Per il resto, nessuno sfarzo, nessun eccesso. Esattamente come il Piero Angela che abbiamo sempre conosciuto attraverso il piccolo schermo. In giacca e cravatta, composto e sorridente, punto di riferimento per intere generazioni, che ha fatto innamorare del piacere della scoperta. Un’eleganza tutta torinese la sua, città dove era nato nel 1928, accentuata da quei mocassini con le calze chiare. Una lunga carriera come giornalista in Rai, prima di appassionarsi al filone documentaristico e dare vita alla prima puntata di Quark nel 1981. 

E poi le sue sue numerose morti annunciate in questi anni, dopo la pensione e quando le sue apparizioni televisione erano diventate più rade. Lui ci scherzava su. Come con quella gustosa battuta pronunciata, proprio quando aveva iniziato a girare la voce della sua improvvisa dipartita, a Camogli nel 2016 per il Festival della Comunicazione all’inizio del suo intervento: “Purtroppo devo comunicarvi una notizia molto triste: non potrò tenere il discorso perché da notizie circolate su Internet risulto deceduto…”. Purtroppo questa volta non si tratta di una notizia priva di fondamento. Il papà di Quark, il decano della tv, il grande divulgatore è morto davvero.

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