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CronacaIn evidenza Gio 29 dicembre 2022

Qatargate, Giorgi parla e mette nei guai la fidanzata Kaili: "Sapeva da dove arrivavano i soldi"

Qatargate, Francesco Giorgi parla e inguaia Kaili: la fidanzata "sapeva l'origine dei soldi". Panzeri ha pilotato un dibattito sul Qatar. Qatargate, Giorgi parla e mette nei guai la fidanzata Kaili: "Sapeva da dove arrivavano i soldi"
Alberto Mapelli
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Alberto Mapelli

Qatargate, Giorgi inguaia Kaili: “Sapeva dei soldi”

Francesco Giorgi parla con i magistrati e svela nuovi elementi interessanti sul Qatargate. Il primo, quello più significativo dal punto di vista delle responsabilità, riguarda la fidanzata Eva Kaili. “Era a conoscenza dell’origine del denaro”, ha detto Giorgi agli inquirenti riporta Il Messaggero.

Certo, Giorgi prova anche ad ammorbidire la posizione della Kaili: “Eva è estranea a questa rete. Anzi, mi ha chiesto più volte di smettere”. Ma è evidente che l’ex vicepresidente del Parlamento europeo non poteva essere all’oscuro di quanto fatto dal compagno.

Ma Giorgi, come detto, non ha confermato solo che la Kaili era pienamente consapevole dei suoi traffici, ha anche spiegato nel dettaglio come lui e Pier Antonio Panzeri hanno pilotato un dibattito sui diritti umani in Qatar lo scorso novembre. A svelarlo è Repubblica, che riporta ampi passaggi della confessione di Giorgi.

Il dibattito pilotato sul Qatar: “Panzeri ha scritto le domande”

 Il 14 novembre il ministro del Lavoro del Qatar Ali Bin Samikh Al Marri si presenta alla commissione Diritti umani del Parlamento europeo. L’obiettivo sarebbe fare chiarezza sul trattamento dei lavoratori in Qatar, in occasione dei Mondiali di calcio che si sarebbero disputati da lì a poco. Ma in realtà è tutta una farsa: il discorso e il dibattito successivo sono pilotati.

“Avevamo preparato l’audizione del ministro. L’ha scritto Panzeri e io l’ho tradotto”, spiega Giorgi ai magistrati. In ballo viene tirato anche il Messico, come esempio di altro Paese in cui i diritti umani sono “poco rispettati” e che ospiterà i Mondiali nel 2026. “Il discorso doveva evidenziare questo doppio registro delle autorità europee, segnalando come si volesse attaccare proprio il Qatar”.

Ma la parte più delicata era quella delle domande, che avrebbero potuto evidenziare contraddizioni. “Il nostro interesse era portare il dibattito dove ci interessava”, spiega Giorgi. E la procura ritiene che Panzeri abbia scelto le domande per alcuni deputati socialisti. Il Qatargate, quindi, potrebbe allargarsi ancora.

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