Trema la Rai, può perdere 93 milioni per colpa della pubblicità e di Netflix
La grande paura della Rai. Perdere 93 milioni di entrate pubblicitarie in tre anni. Come? Colpa soprattutto di Netflix ESTERNO SEDE RAI MILANO CORSO SEMPIONE 27 ANTENNA TRALICCIO RIPETITORE WAYLa Rai rischia un buco di 93 milioni
La grande paura della Rai. Perdere 93 milioni di entrate pubblicitarie in tre anni. Come? Colpa soprattutto di Netflix che con l’aiuto di Microsoft sta raccogliendo la pubblicità da inserire nel suo nuovo abbonamento low cost. Che ha un prezzo contenuto proprio grazie agli spot. Una mossa questa che secondo la televisione di Stato potrebbe catturare nuovi abbonanti erodendo la schiera del pubblico affezionato al canone.
Il nuovo abbonamento di Netflix
La mossa di Netflix in linea con altre piattaforme streaming è quella di rendere accattivanti i prezzi degli abbonamenti grazie ad inserzioni pubblicitarie. Questo nuovo abbonamento, introdotto quest’anno, costa 5,49 euro al mese e partirà dal 3 novembre. Cosa cambia rispetto all’abbonamento Netflix standard? Il pubblico dovrà sorbirsi uno spot sia prima che durante il contenuto, da 15 o 30 secondi ognuno fino a 5 minuti per ora.
Le paure della Rai
Così la Rai trema. La televisione di Stato pensa che questa tariffa economica procurerà a Netflix milioni di nuovi clienti. La previsione è, infatti, che gli abbonati alla piattaforma passeranno dai 4,9 milioni di oggi agli 8 milioni del 2025. Un’erosione che oscillerà da un minimo di 12 a un massimo di 65 milioni di euro per la Rai. Ma non solo. Alle perdite dovute Netflix, si aggiungono quelle scaturite dalle nuove regole europee sugli affollamenti. Le regole Ue – recepite nel nostro ordinamento attraverso il Tusmar, all’articolo 45 – hanno già imposto una stretta alla Rai. Fino a questo dicembre, la televisione pubblica potrà trasmettere spot soltanto per il 7% del tempo e per il 12% di ogni ora. Questo, tra le 6 del mattino e la mezzanotte. Dal primo gennaio del 2023, il tetto del 7 (già basso) sarà ridotto al 6%. Un colpo che sommato a quello di Netflix fa allargare il buco a quota 93.
Gli altri avversari: YouTube e Disney
Ma la Rai sa che Netflix non è l’unico avversario. Sul mercato della pubblicità visiva si muove da anni YouTube, con risultati importanti anche qui in Italia. Poi c’è Disney+ che lancia un’offerta più economica e con inserzioni negli Stati Uniti, che potrebbe trasferire anche in altri Paesi. Il timore è che queste piattaforme possano contendere alle tv nazionali il 70% delle loro pubblicità.