Il numero uno della Consob Savona contro la Bce, sì ai portafogli anti-inflazione
Portafogli anti-inflazione e bacchettata alla Bce. E’ un intervento a tutto tondo quello del numero uno della Consob, Paolo Savona.L’intervento del presidente della Consob Paolo Savona
Portafogli anti-inflazione, attenzione per il risparmio degli italiani e per la diffusione delle criptovalute, oltre che per lo sviluppo dell’intelligenza artificiale come strumento utile alla vigilanza e al corretto funzionamento dei mercati. E’ un intervento a tutto tondo quello del numero uno della Consob, Paolo Savona, oggi a Palazzo Mezzanotte, sede di Piazza Affari a Milano. Argomenti complessi in uno scenario difficile provocato dall’effetto combinato di pandemia, crisi economica e guerra.
L’economista punta il dito contro la stretta monetaria della Bce e propone un percorso alternativo di lotta all’inflazione. Una «via alternativa» alla stretta monetaria per resistere alla «tassa iniqua» rappresentata dall’inflazione attraverso la creazione di «portafogli che auto-proteggano i risparmiatori» dalla corsa dei prezzi «nel cui ambito gli investimenti in titoli di proprietà svolgono una funzione primaria. Secondo l’economista è necessaria una «composizione equilibrata tra attività mobiliari e immobiliari, affidando la redditività agli andamenti dell’economia reale, così alleggerendo la politica monetaria del peso di manovre inusuali sui tassi dell’interesse».
Per Savona, «ovviamente emissioni di BTP indicizzati all’inflazione interna, come quella programmata per questa settimana, sono ben gradite dai risparmiatori perché proteggono per un lungo periodo il valore reale dell’investimento, testimoniando fiducia nella solidità del debito pubblico e ricevendo conferma, da parte delle autorità, della fondatezza dell’istanza protettiva qui caldeggiata». Ma bisogna fare di più «senza porre maggiori gravami sul bilancio dello Stato e sarebbe in linea con il dettato costituzionale che incoraggia e tutela il risparmio in ogni forma». Inoltre, secondo l’economista, «si rende necessario un maggiore impegno di comunicazione per spiegare l’importanza delle riforme istituzionali rispetto agli interventi assistenziali, che alleviano singole situazioni senza risolvere alla radice le crisi».