Il pacco di Prodi, svanisce sotto i debiti il sogno della super-car ibrida in Emilia
Le prime super-car di lusso sono un vero e proprio incubo dal quale la politica e l’economia del territorio non riescono a svegliarsi.
Il progetto della super-car in Emilia
Doveva essere il biglietto da visita di Pechino nella Motor Valley emiliana. La dimostrazione che è possibile coniugare la laboriosità orientale con il know how italiano e che l’onda lunga delle imprese del governo cinese avrebbe potuto creare nel cuore dell’Europa 4-5 mila posti di lavoro grazie a investimenti da un miliardo di euro e passa.
E invece ad appena due anni di distanza, il sogno della joint venture sino-americana Silk Faw di produrre a Gavassa (Reggio Emilia) – terra di Ferrari, Maserati, Pagani, Lamborghini – le prime super-car di lusso elettriche, si sta rivelando un vero e proprio incubo dal quale la politica e l’economia del territorio non riescono a svegliarsi. L’obiettivo era mettere sul mercato a partire dal 2023 la S9, una hypercar ibrida in 400 esemplari da due milioni di euro, la S7, una supercar elettrica e un Suv.
Obiettivo ambizioso, che però nel 2020 era considerato a portata di mano da tutta quella classe politica che ha sempre visto di buon occhio l’ingresso di Pechino nel mercato italiano.
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