Superbonus, la cessione del credito riparte, ma conviene meno
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CronacaPrimo piano Dom 23 ottobre 2022

Superbonus, la cessione del credito riparte, ma conviene meno

La cessione del credito del contrastato Superbonus 110% dopo le precisazioni dell’Agenzia delle Entrate è ripartito. Superbonus, la cessione del credito riparte, ma conviene meno
Maddalena Camera
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Maddalena Camera

Il caso del Superbonus

La cessione del credito del contrastato Superbonus 110% dopo le precisazioni dell’Agenzia delle Entrate è ripartito. Nel senso che alcune banche sono ancora disponibili a farsi carico dei crediti dei contribuenti ma, viste le numerose malversazioni praticate, gli istituti di credito si sono fatte prudenti e fanno molti più controlli compreso l’invio di un perito sul luogo dei lavori se la situazione è poco chiara. La norma permette di utilizzare il superbonus 110% anche nel 2023 per i condomini e per gli edifici plurifamigliari anche se di un unico proprietario. Ma le condizioni applicate dalle banche sono molto più restrittive e penalizzanti dal punto di vista della cessione del credito.

Percentuali inferiori

E dunque chi utilizza il credito a compensazione delle proprie imposte direttamente avrà sempre come contropartita il 110% di quanto speso mentre chi lo cede deve invece pagare un contributo al cessionario ricevendo meno di quanto riconosciuto. In realtà è sempre stato così ma mentre fino a sei mesi fa si riusciva ad avere oltre il 100% del credito fiscale, adesso le percentuali sono inferiori e i controlli molto più accurati.

Inoltre ci sono istituti che non accettano più i crediti fiscali. Sostanzialmente per due motivi: il superbonus richiede molti controlli e inoltre non sono più in grado di bilanciarli con i propri. I controlli come dicevamo sono aumentati e di conseguenza anche i costi. Unicredit, Banca Sella, Montepaschi, Credit Agricole , Fineco e Credem hanno sospeso le cessioni del credito per il Superbonus.

Chi riparte con la cessione del credito

Tra le banche che hanno ricominciato ad accettare il Superbonus c’è Intesa SanPaolo. L’istituto ha già erogato circa 20 miliardi di superbonus, comprensivi anche di altri bonus edilizi compresi quelli al 50% che, anche se la pratica è poco conveniente, possono comunque essere ceduti. Intesa sta riprendendo le cessioni man mano che riesce a ricostruire il suo credito fiscale che era esaurito.

Ma se prima il credito d’imposta riconosciuto superava il 100% delle spese ammesse (circa il 103%) oggi la banca è pronta a riconoscere solo l’85,45% del valore nominale del credito. In termini pratici questo vuol dire che se il beneficiario effettua lavori per 50mila euro e dovrebbe avere, in teoria, un credito pari al 110% delle somme spese, ossia 55mila euro, ora il 14,55% di questo importo viene trattenuto dalla banca. Il beneficiario ottiene 46.997,50 euro.

La certificazione

Poi ci sono le spese di certificazione che viene effettuata da Deloitte: 500 euro a unità immobiliare più 1,6% del credito ceduto. L’ammontare viene erogato in 3 tranche, sempre che i soldi per i lavori siano stati anticipati dal beneficiario, la prima al completamento del 30% dei lavori, la seconda quando i lavori sono al 60% e, infine, il saldo finale. E anche possibile avere l’apertura di una linea di credito per finanziarsi con condizioni da verificare ma simili a quelle che si applicano per le ristrutturazioni.

Carige riconosce al beneficiario il 93,19% del valore nominale del credito. Anche Poste Italiane, che non ha voluto comunicare l’ammontare dei crediti già assunti, ha riaperto la cessione, ma solo per importi di valore massimo di 150mila euro. Bisogna però avere necessariamente il conto Bancoposta. Le condizioni sono simili a quelle praticate da Intesa ossia l’85,5%: quindi per lavori da 100mila non si ricevono 110mila ma 92.950 euro. Il rimanente resta dunque a carico del contribuente che non può scaricarlo come credito fiscale. Bnp Paribas riconosce invece l’86,4% del credito di imposta , quindi le condizioni sono più favorevoli rispetto a Poste Italiane. E anche Carige è più generosa riconoscendo al beneficiario il 93,19% del valore nominale del credito.

Incentivi diversi

Nel caso in cui la cessione abbia a oggetto incentivi diversi rispetto al Superbonus, le percentuali scendono a 70% (del 50% del credito fiscale ammesso) per la restituzione delle somme in 10 anni. Questa percentuale viene applicata praticamente da tutti gli istituti di credito.

Poi c’è Banca Mediolanum che prevede il rilascio di un prestito di ammontare uguale al valore della cessione del credito a cui viene applicato un piano di ammortamento con interessi. E quando la banca riceverà dall’Agenzia delle Entrate i crediti riconosciuti al beneficiario con i saldi al 30%, al 60% e finale verrà coperta la quota capitale.

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