Con il vaiolo delle scimmie c'è già chi ci sta guadagnando
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CronacaPrimo piano Ven 05 agosto 2022

Con la paura del vaiolo delle scimmie c'è già chi ci sta guadagnando

I più attenti si sono messi a comprare i titoli di Bavarian Nordic, l’unica a produrre il vaccino anti-vaiolo delle scimmie. Con la paura del vaiolo delle scimmie c'è già chi ci sta guadagnando
Fabio Pavesi
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Fabio Pavesi

Chi guadagna dal vaiolo delle scimmie

Si sono già mossi. Come nel caso del vaccino anti-Covid che ha fatto la fortuna borsistica e non solo delle varie Moderna, Pfizer e Biontech, ora tocca alla misconosciuta Bavarian Nordic salire sulle ali della cronaca borsistica. I più attenti tra gli investitori si sono messi a comprare a man bassa titoli dell’azienda danese, l’unica per il momento in grado di produrre e vendere il vaccino anti-vaiolo delle scimmie.

La nuova possibile minaccia per la salute pubblica ha significato per Bavarian Nordic, azienda biotech di Copenhagen, l’avvio di una volata di Borsa che pare solo alle battute iniziali. Il titolo di una società che fino a oggi ha lavorato in perdita ha messo le ali già dai primi di maggio scorso, passando in soli tre mesi da 115 corone danesi alle oltre 400 corone toccate ieri in Borsa. Un rush di quasi il 250% del prezzo del titolo sul listino da quando, nel maggio scorso, si è diffusa la prima notizia dell’acquisto da parte di un Paese europeo del vaccino Imvanex contro l’emergente vaiolo con il primo caso riscontrato il 7 maggio da un cittadino europeo di rientro dalla Nigeria.

Corsa sul listino

Subito sul mercato i fondi si sono accorti di Bavarian Nordic fino a quel momento lontana dai riflettori ed è cominciato l’arrembaggio al titolo. Corsa che non è si più fermata. Al contrario il fatto che lo scorso 23 luglio anche la Commissione europea abbia approvato l’uso del farmaco Imvanex non ha fatto che confermare la scommessa dei primi investitori. Sembra di vedere un film già visto, in misura minore, con il Covid. Quando le sconosciute Moderna e Biontech presero letteralmente il volo in Borsa, nonostante non avessero fino ad allora prodotto un solo euro e dollaro di utile, sulla scoperta del siero anti-Covid. Le similitudini ci sono tutte. Anche Bavarian Nordic ha i conti in perdita. Nel primo trimestre del 2022 ha chiuso il bilancio con ricavi per soli 320 milioni di corone danesi (41 milioni di euro) e una perdita, quasi pari al fatturato, di 271 milioni di corone. Conti in decisa frenata sul trimestre del 2021 con un calo del 40% dei ricavi e perdite raddoppiate.

Forti perdite

L’intero 2021 si era chiuso con un fatturato di 1,9 miliardi di corone (poco meno di 250 milioni di euro) e con una perdita di bilancio di oltre 460 milioni di corone. Del resto per le società biotech le perdite sono spesso una consuetudine. Le spese per la ricerca sono ingenti e finché non si trova il prodotto che autorizzato dai regolatori può andare sul mercato i ricavi spesso stentano. Bavarian non fa eccezione. Fino a oggi evidentemente. Da maggio tutto è cambiato e ora con la nuova arma a disposizione, di cui sono gli unici produttori, possono imporre il loro vaccino ai prezzi che più gli aggradano. Tanto come nel caso del Covid sono i Governi a pagare per arginare una minaccia alla salute pubblica.

Si assisterà al copione già visto per la pandemia Sars Covid. Contratti di acquisto secretati con clausole che metteranno al riparo il fornitore da responsabilità future e così via. Un campionario già visto con la corsa dei vari governi ad accaparrarsi più dosi possibili e con la Ue che farà come con il Covid.

Dosi massicce

Contratti preliminari d’acquisto di dosi massicce a scopo preventivo. E così i conti di Bavarian finiranno per crescere all’inverosimile come già accaduto per Moderna, Pfizer e Biontech. E con le istituzioni pubbliche che finiranno per cedere alle politiche di prezzo dell’unico produttore globale del nuovo vaccino. Già con i conti del semestre che saranno diffusi a fine agosto si vedrà il primo impatto dei primi ordini del vaccino.
E gli analisti si sono esercitati con le loro stime sui futuri fatturati. Il consenso di mercato raccolto da S&P Global market intelligence vede i ricavi passare da meno di 2 miliardi di corone danesi del 2021 a 2,9 miliardi già quest’anno per salire a 6,5 miliardi di corone nel 2023.

Ovviamente Bavarian con quest’ascesa forte dei ricavi troverà finalmente gli utili con profitti netti stimati in 1,5 miliardi di corone l’anno prossimo. Vedremo se le stime saranno corrette o addirittura saranno superiori alle attese. Intanto in Borsa il titolo già oggi vale 28 miliardi di corone, dieci volte i ricavi previsti per quest’anno. Caccia grossa e grande scommessa speculativa dei fondi sul nuovo Eldorado. Con il Covid è andata così, ora tocca al vaiolo delle scimmie.

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