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CuriositàPrimo piano Ven 16 dicembre 2022

Censis, rapporto shock: sei italiani su dieci sono favorevoli alla censura sui media

Presentato oggi il 18° rapporto Censis sulla informazione. Bocciata la copertura televisiva della guerra in Ucraina. Censis, rapporto shock: sei italiani su dieci sono favorevoli alla censura sui media
Alessandro Giorgiutti
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Alessandro Giorgiutti

Nato a Udine nel 1978, ha lavorato vari anni a Libero con una breve parentesi al Giornale.

Il rapporto Censis

Sei italiani su dieci sono favorevoli a imporre ai mezzi di informazione una qualche forma di censura. Il dato emerge dal 18° rapporto Censis sulla comunicazione presentato oggi. 

Nel suo rapporto, il Censis presenta i risultati di un sondaggio, la cui prima domanda in realtà può essere considerata un po’ manipolatoria. Il 29,4% degli intervistati si dice infatti favorevole alla censura in caso di  “notizie palesemente false, senza verifica oggettiva (es.: fake news)”. Sarebbe stato interessante chiedere a questi intervistati quale soggetto considerano abilitato a definire una notizia “palesemente falsa”, e in base a quali criteri.

Il 15,7% degli interpellati si è detto invece favorevole a censurare “le opinioni intenzionalmente manipolatorie e propagandistiche” mentre il 15% vorrebbe mettere al bando “le opinioni espresse da persone che non hanno competenze sulla materia”. In totale, conclude il Censis, il 60,1% degli interpellati “ritiene legittimo il ricorso a una qualche forma di censura”.

La propensione ad accettare la censura è particolarmente alta tra i più anziani. Il 60,1% finale è infatti una media tra il 59,6% della fascia 14-29 anni, il 59,7% della fascia 30-44 anni, il 57,4% della fascia 45-64 anni e il 66,1% della fascia 65-80 anni.

Quest’ultima, poi, è particolarmente portata a rifiutare le opinioni ritenute “inaccettabili”. Se la censura per le “fake news” è vista di buon grado dal 29,8% del campione degli ultrasessantacinquenni (non così distante dalla media generale del 29,4%), quella per le opinioni “manipolatorie e propagandistiche” viene approvata dal 17,1% (contro una media del 15,7%; ma qui la fascia 45-64 anni si attesta addirittura al 18,2%) e quella per le opinioni espresse da chi non è “competente” è ben vista dal 19,2% (contro una media del 15%).

Il giudizio sulla qualità dell’informazione

La richiesta di censura si accompagna peraltro a un giudizio molto negativo sulla qualità dell’informazione. Almeno, stando sempre al rapporto Censis, di quella della tv. Secondo un altro sondaggio, infatti, il giudizio sulla qualità del giornalismo televisivo degli ultimi mesi, caratterizzati soprattutto dalla copertura della guerra in Ucraina, è negativo per il 71,8% degli intervistati. L’informazione viene giudicata confusa (20,3%), propagandistica (14,7%), ansiogena (14,6%), spettacolarizzata (13,3%), falsa (8,9%).

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