Google gliele suona all'Agcom: non è dovuto il contributo del 2021
Google continua a suonargliele di santa ragione all'Agcom. Ha incassato un nuovo successo al Tar del Lazio.
Il ricorso al Tar di Google contro Agcom
Google continua a suonargliele di santa ragione all’Agcom. Dopo aver vinto lo scorso anno il ricorso per la maxi multa da 100mila euro per la pubblicità del gioco online, ha incassato un nuovo successo al Tar del Lazio. L’Agcom aveva chiesto, infatti, a Google il versamento del contributo dovuto per l’anno 2021 dai soggetti che operano nei settori delle comunicazioni elettroniche e dei servizi media.
Ma i giudici hanno evidenziato “un difetto di motivazione, per carenza di analiticità della stessa, con specifico riferimento ai vari elementi che atomisticamente contribuiscono a formare le voci del contributo richiesto agli operatori, tenuto anche conto del fatto che detto difetto di motivazione espone al conseguente rischio di duplice contribuzione”.
Ne deriva, scrive il Tar, “la necessità di una nuova istruttoria che definisca analiticamente il perimetro dei costi ammissibili”. Ma lo schiaffo per l’Agcom arriva verso il fondo al provvedimento: “Nel ricorso ci si duole che l’Autorità, per l’annualità in argomento, non abbia svolto alcuna attività correlata e che dunque la richiesta del contributo sia priva di base legale”. Di più: “La delibera impositiva appare sfornita di adeguata e compiuta motivazione, mancando nelle premesse argomentative, e per quanto consta anche nella fase istruttoria e preparatoria, una ricognizione precisa dell’attività svolta e dei costi sostenuti oltre che una previsione del gettito previsto”.
In conclusione, scrivono i giudici “l’imposizione del contributo appare illegittima mancando l’accertamento di un equilibrio tra costi e gettito e dunque risultando il difetto di uno dei presupposti richiesti dal quadro normativo, nazionale ed europeo, per l’esazione del citato contributo di scopo”. Google insomma batte ancora una volta l’Agcom.