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EconomiaIn evidenza Mar 14 febbraio 2023

Acciaierie d'Italia, arrivano i 680 milioni di Invitalia

Sottoscritto il prestito soci da 680 milioni. Serviranno per saldare parte dei debiti verso i fornitori e far ripartire gli impianti Acciaierie d'Italia, arrivano i 680 milioni di Invitalia
Gianluca Paolucci
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Gianluca Paolucci

Ha lavorato per Reuters e La Stampa occupandosi di finanza, crac bancari, criminalità finanziaria e corruzione. Dal 2022 è caporedattore di Verità & Affari e scrive per La Verità e Panorama.

Acciaierie d’Italia, sottoscritto il prestito da 680 milioni da Invitalia

Arrivano le nuove risorse finanziarie per l’ex Ilva, ora Acciaierie d’Italia. Il socio pubblico Invitalia ha sottoscritto ieri 13 febbraio, “contemporaneamente a ArcelorMittal Italy Holding e ArcelorMittal sa”, un finanziamento soci da 680 milioni di euro. Il finanziamento è stato realizzato “in conto futuro aumento di capitale”, spiega una nota. La dotazione finanziaria per l’operazione è stata messa a disposizione di Invitalia dal Ministero dell’Economia e delle finanze.

Il finanziamento, previsto dal decreto-legge 5 gennaio 2023, va a Acciaierie d’Italia Holding, la società che a sua volta controlla la società operativa Acciaierie d’Italia spa.

I debiti con i fornitori

I fondi dovrebbe consentire ad Acciaierie d’Italia di riprendere la produzione e saldare almeno in parte l’importante posizione debitoria accumulata con i fornitori. Secondo le indiscrezioni, la sola quota di pertinenza dei fornitori di energia, Eni e Snam, sarebbe di circa 600 milioni di euro. Altri 100 milioni sarebbero invece i crediti vantati dalle aziende dell’indotto. Il finanziamento dovrebbe anche consentire la ripresa dei cantieri e degli ordini ai fornitori, fermati lo scorso 14 novembre, riporta il Corriere di Taranto, proprio a causa della crisi di liquidità dell’azienda. 

L’iter del decreto

Entro il 6 marzo prossimo il decreto che ha stanziato le nuove risorse dovrà essere convertito in legge. Oggi 14 febbraio inizia in commissione Industria del Senato l’esame degli emendamenti presentati, dopo aver terminato il lungo ciclo delle audizioni. Dopo di che il testo approderà in aula al Senato per il voto per poi passare alla Camera per l’approvazione definitiva.

 

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