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EconomiaIn evidenza Sab 03 dicembre 2022

Acciaio: gli indiani non vedono l'ora di lasciare Taranto, ma chiedono più soldi al Tesoro. Ecco le richieste di Mittal

I franco-indiani di Arcelor Mittal vogliono lasciare subito la maggioranza ma chiedono più soldi al governo   Acciaio: gli indiani non vedono l'ora di lasciare Taranto, ma chiedono più soldi al Tesoro. Ecco le richieste di Mittal ACCIAIERIE IMPIANTO SIDERURGICO SIDERURGIA ARCELOR MITTAL
Redazione Verità&Affari
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Arcelor Mital non vede l’ora di lasciare Taranto, ma chiede più soldi

Ufficialmente si sa che l’assemblea Ilva di venerdì non ha portato grandi risultati e sarà necessario aggiornarsi a martedì. In realtà secondo le ricostruzioni di Stampa e Messaggero nell’incontro di ieri si sarebbe arrivati a una sorta di bivio o comunque a un punto di svolta per il futuro delle acciaierie di Taranto. I franco-indiani di Arcelor Mittal che oggi hanno la maggioranza vogliono accelerare il processo che dovrebbe portare lo Stato attraverso la controllata Invitalia a capovolgere la governance del gruppo passando dall’attuale 38% al 60%. 

Si parla di soldi come è ovvio che sia. Il punto è che tra la due parti al momento c’è una differenza che non sembra facilmente colmabile. Il Tesoro non sarebbe disposto ad andare oltre al miliardo di euro per velocizzare il passaggio che nelle intenzioni del nuovo governo dovrebbe imprimere una svolta per il sito pugliese. Gli indiani insistono sul fatto che durante il loro controllo a Taranto sono stati fatti diversi investimenti soprattutto sotto il profilo ambientale e quindi che queste migliorie in qualche modo vadano riconosciute e ripagate. Insomma chiede al governo di arrivare a un miliardo e mezzo. Ma i punti di vista non collimano. 

Poi c’è l’aspetto degli attuali vertici del gruppo che non hanno un rapporto idilliaco con il nuovo governo. Non è un mistero per nessuno che il ministro per il made in Italy Adolfo Urso abbia visto come un affronto la decisione del ceo Lucia Morselli di sospendere l’attività di 145 aziende fornitrici senza avvertirlo. Le posizioni del presidente Franco Bernabè e dell’attuale amministratore delegato sono in bilico. Ma anche su questo punto le posizioni di governo e attuale primo socio del polo siderurgico sono molto distanti.  

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