L'Algeria nostro primo fornitore di gas vuole allearsi con la Russia
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Economia Mar 02 agosto 2022

L'Algeria diventa il nostro primo fornitore di gas e ora vuole allearsi con la Russia

L’Algeria, che negli ultimi mesi ha sostituito la Russia come primo fornitore di gas dell’Italia, potrebbe far parte dei Brics. L'Algeria diventa il nostro primo fornitore di gas e ora vuole allearsi con la Russia
Alessandro Giorgiutti
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Alessandro Giorgiutti

Nato a Udine nel 1978, ha lavorato vari anni a Libero con una breve parentesi al Giornale.

L’alleanza tra Algeria e Russia

L’Algeria, che negli ultimi mesi ha sostituito la Russia come primo fornitore di gas dell’Italia, potrebbe presto entrare a far parte dei Brics, il raggruppamento che comprende Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica e che deve il suo nome all’acronimo coniato dall’economista di Goldman Sachs Jim O’Neill nel 2001 (in realtà l’acronimo originario era Bric perché non comprendeva il Sudafrica).

«I Brics ci interessano» come alternativa ai centri di potere tradizionali, ha detto domenica sera il presidente algerino Abdelmadjid Tebboune, che a fine giugno aveva partecipato in videoconferenza al quattordicesimo summit annuale del gruppo, organizzato dalla Cina.

Un nuovo ordine

In quell’occasione, mentre il presidente russo Vladimir Putin aveva invitato i partecipanti a cooperare contro le «azioni egoistiche» dell’Occidente dando vita a «un sistema veramente multipolare di relazioni intergovernative», Tebboune aveva espresso la posizione di Algeri a sostegno di «un nuovo ordine economico in cui regnino la parità e l’equità tra i paesi».

L’Algeria è impegnata in questi mesi in un difficile esercizio di equilibrismo. Si è impegnata ad aumentare le forniture all’Italia per sostituire il gas russo di cui Roma ha deciso di fare a meno, ma d’altro canto la sua azienda di Stato Sonatrach rimane uno dei partner principali di Gazprom. Dopo l’inizio della guerra in Ucraina, Algeri ha ospitato le visite del ministro degli Esteri italiano Luigi Di Maio e, due volte, del presidente del Consiglio Mario Draghi (Tebboune a sua volta è venuto in Italia a maggio), ma anche quelle di Anthony Blinken, segretario di Stato Usa (la prima visita di un segretario di Stato americano nel paese nordafricano dal 2014) e di Sergej Lavrov, ministro degli Esteri della Russia, partner storico e primo fornitore di armi dell’esercito algerino.

Secondo Tebboune l’Algeria soddisfa «una buona parte» dei criteri economici necessari per entrare a far parte dei Brics, che nell’ultimo vertice hanno deciso di conferire altri 30 miliardi di dollari al loro braccio finanziario, la New Development Bank, che sostiene progetti infrastrutturali nei paesi Brics, in altre economie emergenti e nei paesi in via di sviluppo, e che l’anno scorso ha accolto cinque nuovi membri, Bangladesh, Egitto, Emirati Arabi Uniti e Uruguay.

L’Algeria è il decimo produttore al mondo di gas naturale e il sedicesimo di petrolio. L’anno scorso ha esportato in Europa 55 miliardi di metri cubi di gas, l’11,6% dell’import Ue, destinandoli soprattutto a Italia e Spagna. Paradossalmente, però, il paese nei primi sei mesi di quest’anno ha ridotto la quantità di gas complessivamente inviata nel vecchio continente.

Problemi con Madrid

Da un lato ha infatti aumentato i flussi diretti verso l’Italia, dall’altro lato ha chiuso uno dei due gasdotti con cui riforniva la Spagna, quello che passa attraverso il Marocco, come ritorsione al riconoscimento da parte del governo di Pedro Sanchez della sovranità marocchina sul Sahara Occidentale, storicamente conteso tra Rabat e il Fronte Polisario sostenuto dall’Algeria.

Lo scorso giugno, le tensioni tra Madrid e Algeri hanno portato quest’ultima a sospendere il trattato di amicizia bilaterale che era stato firmato venti anni fa, mentre la ministra dell’economia spagnola Nadia Calvino commentava polemicamente che «l’Algeria è sempre più allineata alla Russia».

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