Balneari, rischio contenzioso dopo il Consiglio di Stato
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ApprofondimentiEconomia Sab 11 marzo 2023

Balneari, rischio contenzioso dietro l'angolo dopo la sentenza del Consiglio di Stato

Il caso balneari è un gran pasticcio Rischia anche di costare caro non solo alle 33mila imprese del settore, ma anche agli amministratori locali. E di mettere in imbarazzo il governo di Giorgia Meloni. L’ingresso a gamba tesa del Consiglio di Stato apre infatti la porta ad un’ondata di conteziosi da... Balneari, rischio contenzioso dietro l'angolo dopo la sentenza del Consiglio di Stato Un lido di una spiaggia italiana
Fiorina Capozzi
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Fiorina Capozzi

Giornalista di economia e finanza con esperienza internazionale e autrice di "Vincent Bolloré, il nuovo re dei media europei" (2015) e "Telecommedia a banda larga" (2020). Riconosciuta da Reporters without borders per il suo lavoro sui media europei.

Il caso balneari è un gran pasticcio

Rischia anche di costare caro non solo alle 33mila imprese del settore, ma anche agli amministratori locali. E di mettere in imbarazzo il governo di Giorgia Meloni. L’ingresso a gamba tesa del Consiglio di Stato apre infatti la porta ad un’ondata di conteziosi da parte delle aziende e alla responsabilità degli amministratori locali per danno erariale.

Se da un lato, infatti, il Milleproroghe ha allungato i tempi per i bandi dei lidi, dall’altro la magistratura amministrativa ha di fatto invitato “qualunque organo dello Stato” a disapplicare “la proroga automatica delle concessioni demaniali marittime in essere”. La ragione? E’ in contrasto con le disposizioni comunitarie. Stato contro Stato con i giudici che esprimono giudizio opposto alle decisioni del governo a distanza di un giorno dall’entrata in vigore del Milleproroge e all’interno di una sentenza che riguarda altre questioni. Quanto basta per riaprire lo scontro. Basta ripercorrere le tappe di questa storia per capirne le ragioni.

Il Milleproroghe estende le concessioni al 2024 

La decisione è arrivata dopo un lungo braccio di ferro. Il provvedimento ha stabilito che le amministrazioni non potranno procedere ai bandi per assegnare le concessioni delle spiagge fino al prossimo 27 luglio. Di fatto quindi ha allungato di un anno la vita alle concessioni balneari. Alla base di questa decisione due motivazioni. La prima è l’istituzione di un tavolo tra ministari e associazioni di categoria per definire i contenuti della riforma delle concessioni. La seconda, ben più rilevante, è lasciare tempo al Tesoro di procedere alla mappatura e verificare così “la sussistenza della scarsità della risorsa naturale disponibile”.

Questo aspetto è particolarmente rilevante perchè la normativa Bolkestein prevede che vengano messe a bando solo le spiagge con queste precise caratteristiche. Secondo alcune interpretazioni, quindi, non tutte le concessioni dovrebbero essere riviste. Se questo è vero, però, si potrà sapere solo dopo il censimento. Non a caso il Tesoro deve avviare l’operazione mappatura. Ad occuparsene è una divisione del Mef, ma al momento tutto è congelato. Il ricambio alla direzione generale con l’uscita di scena di Alessandro Rivera e l’arrivo di Riccardo Barbieri ha generato infatti una fase di stallo.

In questo scenario è arrivata la batosta del Consiglio di Stato

Il Milleproroghe è entrato in vigore il 28 febbraio. Ma al momento della promulgazione, il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha espresso riserve sulla proroga di un anno. Ha evidenziato l’incompatibilità dello slittamento con le regole di diritto europeo e ha precisato che si “rendono indispensabili, a breve, ulteriori iniziative di governo e parlamento”.  Non sono trascorse nemmeno 24 ore che con un’inusuale velocità è entrato in scena il Consiglio di Stato con la sentenza n. 2192 del 1° marzo scorso (estensore Alessandro Maggio, presidente Sergio De Felice).

Il provvedimento non  riguarda direttamente il Milleproroghe e del resto non potrebbe essere altrimenti. Ma è un giudizio di secondo grado relativo ad un contenzioso fra l’Autorità garante della consorrenza (Agcm) e il comune di Manduria. Oggetto dello scontro è la decisione dell’ente di rinnovare le concessioni balneari fino al 2033 attarverso una delibera di giunta del 2020. Nel dirimere la controversia, il Consiglio di Stato dà ragione all’Antitrust e coglie la palla al balzo per bocciare anche il Milleproroghe nella parte che riguarda il rinnovo automatico delle concessioni balneari, perchè contrario alla disciplina comunitaria. La proroga automativa “va conseguentemente disapplicata da qualunque organo dello Stato”.

Il risultato è sconcertante

Gli amministratori locali hanno da un lato il Milleproroghe che fa slittare di un anno le concessioni e una legge sulle concessioni che dà facoltà agli enti di procedere alle gare nel 2024, dall’altro un Consiglio di Stato che invece ammonisce in anticipo chi non procede alla definizione dei bandi pur non essendo ancora definita la mappatura delle coste italiane. Con tanto di presupposto di danno erariale che potrebbe essere contestato dalla Corte dei Conti. Una faccenda paradossale. Come suggeriva il presidente Mattarella, urge un’ulteriore iniziativa di governo.

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