La mossa della Banca inglese: toglie lo scudo e i bond salgono
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EconomiaEuropa Gio 13 ottobre 2022

La mossa della Banca inglese: toglie lo scudo e i bond salgono

La Bank of England ha confermato che il suo programma di acquisti di titoli di Stato britannici si concluderà venerdì. La mossa della Banca inglese: toglie lo scudo e i bond salgono
Alessandro Giorgiutti
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Alessandro Giorgiutti

Nato a Udine nel 1978, ha lavorato vari anni a Libero con una breve parentesi al Giornale.

La Banca centrale inglese toglie lo scudo

L’ombrello si sta per chiudere. Smentendo una indiscrezione pubblicata dal Financial Times, la Bank of England ha confermato che il suo programma di acquisti di titoli di Stato britannici si concluderà venerdì, come era stato annunciato a suo tempo. Niente proroghe, come invece chiedevano i fondi pensione, che hanno in pancia molti bond governativi e temono un loro deprezzamento quando la banca centrale si tirerà indietro.

I presupposti sembrano esserci tutti: dopo l’annuncio della Bank of England, il rendimento dei titoli a dieci e a venti anni ha superato il picco registrato il 27 settembre, il giorno prima dell’annuncio del piano straordinario di acquisti.

L’annuncio

Ieri l’istituto guidato dal governatore Andrew Baley ha ribadito che «come la banca ha chiarito fin dall’inizio, i suoi acquisti temporanei e mirati di Gilt (i titoli di Stato britannici, ndr.) termineranno il 14 ottobre. Il governatore ha confermato ieri questa posizione, che è stata assolutamente chiarita nei contatti con le banche ai massimi livelli». Dopo il 14 ottobre «rimarranno in vigore una serie di strumenti» disegnati questa settimana «per allentare le pressioni sulla liquidità» di banche e fondi pensione.

All’origine dei rialzi c’è l’ambiziosa manovra presentata il 23 settembre in Parlamento da Kwasi Kwarteng, cancelliere dello scacchiere (cioè ministro delle finanze) del governo Truss. Una manovra che prevedeva da un lato lo stanziamento di 60 miliardi di sterline per per bloccare per sei mesi il costo dell’energia, e dall’altro un maxi-taglio fiscale da 45 miliardi di sterline. Il tutto, finanziato a debito. La reazione sui mercati era stata una vendita massiccia di Gilt, i cui rendimenti sono decollati fino a che non è intervenuta la banca centrale.

Successivamente il governo di Londra aveva fatto un mezzo passo indietro, decidendo di rinunciare alle misure che favorivano troppo smaccatamente i redditi più alti e che avevano ricevuto le maggiori critiche. «Abbiamo ascoltato, abbiamo capito», aveva detto Kwarteng, annunciando il ritiro del taglio dal 45% al 40% dell’aliquota sul reddito di chi guadagna più di 150 mila sterline (l’aliquota minima passerà invece dal 20% al 19%). Ma il disegno generale della manovra è confermato: il governo continua a difendere l’impostazione “taglia (le tasse) e spendi”. Ieri la premier Liz Truss intervenendo alla Camera dei Comuni ha ribadito la sua intenzione di non ridurre la spesa pubblica per finanziare i tagli fiscali.

Niente tagli

«Faremo in modo che nel medio termine il debito scenda, ma non tagliando la spesa pubblica, bensì assicurandoci di spendere bene il denaro pubblico», ha detto la Truss, che poco più di un mese fa ha preso il posto di Boris Johnson alla testa del partito conservatore e alla guida del governo. Il leader dell’opposizione laburista Keir Starmer ha parlato invece di «manovra kamikaze», dicendo che saranno alla fine «i lavoratori a pagare il conto per i suoi tagli alle tasse non finanziati».

Nel frattempo i dati sull’economia sono peggiori delle attese. Ieri si è saputo che ad agosto il pil è calato dello 0,3% rispetto a luglio (ci si aspettava una crescita zero) anche per via – ha detto il capo economista dell’ufficio nazionale di statistica, Grant Fitzner – di «operazioni di manutenzione estiva di routine più grandi del solito nel Mare del Nord», che hanno ridotto la produzione di petrolio e gas.

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