Bce alza i tassi di 50 b.p "Inflazione rallenta, l'incertezza alta" - V&A
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EconomiaIn evidenza Gio 16 marzo 2023

La Bce alza i tassi di 50 punti. "Inflazione rallenta, ma l'incertezza resta elevata"

La Bce come da previsioni alza i tassi di 50 punti base, "Inflazione rallenta, ma l'incertezza resta elevata" La Bce alza i tassi di 50 punti. "Inflazione rallenta, ma l'incertezza resta elevata"
Mikol Belluzzi
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Mikol Belluzzi

La Bce alza i tassi di 50 punti base

Come previsto la Banca centrale europea ha alzato i tassi di 50 punti base in linea con quanto anticipato nelle scorse settimane dalla presidente Christine Lagarde. Nel comunicato l’istituto sottolinea che il rialzo è dovuto al fatto che “l’elevato livello di incertezza accresce l’importanza di un approccio fondato sui dati per le decisioni del Consiglio direttivo sui tassi di riferimento, che saranno determinate dalle sue valutazioni sulle prospettive di inflazione alla luce dei nuovi dati economici e finanziari, dalla dinamica dell’inflazione di fondo e dall’intensità di trasmissione della politica monetaria”.

Inoltre “il Consiglio direttivo segue con attenzione le tensioni in atto sui mercati ed è pronto a intervenire ove necessario per preservare la stabilità dei prezzi e la stabilità finanziaria nell’area dell’euro. Il settore bancario dell’area dell’euro è dotato di buona capacità di tenuta, con solide posizioni di capitale e liquidità. In ogni caso, la Bce dispone di tutti gli strumenti necessari per fornire liquidità a sostegno del sistema finanziario dell’area dell’euro, qualora ve ne sia l’esigenza, e per preservare l’ordinata trasmissione della politica monetaria”.

Lagarde: “Rischi al rialzo per l’inflazione”

Nella conferenza stampa successiva al Consiglio direttivo, la Lagarde ha tratteggiato il panorama economico europeo. “I rischi per le prospettive economiche sono adesso orientati al ribasso – ha spiegato – ma ci sono anche rischi al rialzo per l’inflazione“.

La presidente della Bce ha spiegato che “l’economia sembra destinata a riprendersi nei prossimi trimestri, la produzione industriale dovrebbe aumentare man mano che le condizioni dell’offerta miglioreranno ulteriormente, la fiducia continua ad aumentare e le imprese stanno operando con ingenti ordini inevasi”.

La presidente della Bce ha provato a rassicurare sull’esposizione degli istituti europei verso Credit Suisse: è “limitata e non c’è concentrazione”, ha detto la Lagarde. Vago invece l’orientamento per i prossimi rialzi dei tassi: “Non è possibile in questo momento determinare su quale sentiero andremo avanti – ha detto la Lagarde -. Decideremo in base ai dati”.

Tajani: “La Bce non si muove nella direzione giusta”

Critica la posizione dell’Italia sulla scelta della Bce di non cambiare idea sul rialzo da 50 punti base alla luce del caos sui mercati negli ultimi giorni. A esprimersi nettamente è il ministro degli Esteri, Antonio Tajani. Nella crisi, innescata dalla guerra in Ucraina, la reazione dell’Ue “ha avuto chiari-scuri: ha messo un tetto al prezzo del gas per battere l’inflazione e da questo punto di vista l’Ue ha battuto un colpo ma secondo me l’Ue della moneta, mi riferisco alla Bce, non si sta muovendo nella giusta direzione, anche se oggi c’è stato un inizio di ripensamento. A nostro giudizio non è un buon modo di affrontare l’inflazione. Con questa linea si mettono in difficoltà famiglie e imprese”.

Inflazione nel 2023 prevista al 5,3%

Si tratta di tensioni che per l’istituto “comportano pertanto ulteriore incertezza riguardo alle valutazioni dello scenario di base per l’inflazione e la crescita”. Prima dello scoppio della crisi di Svb e di Credit Suisse  “gli esperti della Bce avevano già rivisto al ribasso le proiezioni per l’inflazione complessiva nello scenario di base, soprattutto per effetto del minore contributo delle quotazioni energetiche rispetto alle attese precedenti. Gli esperti della Bce indicano ora che l’inflazione si collocherebbe in media al 5,3% nel 2023, al 2,9% nel 2024 e al 2,1% nel 2025. Allo stesso tempo, le pressioni di fondo sui prezzi restano intense.

L’inflazione al netto dei beni energetici e alimentari ha continuato ad aumentare a febbraio e gli esperti della Bce si attendono una media del 4,6% nel 2023, livello più elevato di quello anticipato nelle proiezioni di dicembre. In seguito dovrebbe ridursi al 2,5% nel 2024 e al 2,2% nel 2025, via via che le spinte al rialzo derivanti dai passati shock dell’offerta e dalla riapertura delle attività economiche verranno meno e che la politica monetaria più restrittiva frenerà in misura crescente la domanda”.

Crescita nel 2023 prevista in crescita dell’1%

Per quanto riguarda la crescita 2023, invece, “le proiezioni sono state corrette al rialzo nello scenario di base, collocandosi in media all’1,0% per effetto sia del calo delle quotazioni energetiche sia della maggiore tenuta dell’economia al difficile contesto internazionale. Gli esperti della Bce si attendono poi che la crescita aumenti ancora all’1,6% sia nel 2024 sia nel 2025, sostenuta dal vigore del mercato del lavoro, dal miglioramento del clima di fiducia e dalla ripresa dei redditi reali. Allo stesso tempo il rafforzamento della crescita nel 2024 e nel 2025 risulta inferiore rispetto alle proiezioni di dicembre, di riflesso alla politica monetaria più restrittiva”.

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