Brunetta benedice la cura Draghi, ma Moody's avverte l'Italia
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Economia Mer 05 ottobre 2022

Brunetta benedice la cura Draghi, ma Moody's avverte l'Italia

L'agenzia Moody's minaccia un taglio al rating sull'Italia se la crescita sarà debole. E parla chiaramente di declassamento. Brunetta benedice la cura Draghi, ma Moody's avverte l'Italia
Redazione Verità&Affari
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L’avvertimento di Moody’s e Brunetta

Il governo “uscente lascia i conti pubblici in forte miglioramento e un’eredità solida per affrontare i prossimi (difficili) mesi. Lo dice oggi l’Istat, certificando che nel secondo trimestre 2022 l’indebitamento netto delle amministrazioni pubbliche in rapporto al Pil è calato del 3,1 per cento (-7,6 per cento nello stesso trimestre del 2021)”. Lo evidenzia il ministro per la Pubblica amministrazione, Renato Brunetta, commentando la nota Istat sui conti economici trimestrali.

Nel secondo trimestre dell’anno, infatti, l’indebitamento netto delle amministrazioni pubbliche in rapporto al Pil è stato pari al -3,1% da -7,6% nello stesso trimestre del 2021. Il saldo primario è risultato positivo, con un’incidenza sul Pil dell’1,6% (-3,7% nel secondo trimestre del 2021), mentre il saldo corrente delle amministrazioni pubbliche è stato anch’esso positivo, con un’incidenza sul Pil dello 0,8% (-0,7% nel secondo trimestre del 2021). Sempre nel secondo trimestre, specifica l’istituto di statistica, la pressione fiscale è stata pari al 42,4%, in aumento di 0,3 punti percentuali rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

“Ancora migliore, poi, il dato sull’indebitamento al netto degli interessi passivi che è risultato positivo, con un’incidenza sul Pil del + 1,6 per cento (-3,7 per cento nel secondo trimestre del 2021), invertendo la tendenza degli ultimi due anni. L’Istat ha inoltre rivisto al rialzo dello 0,1% la variazione acquisita della crescita del Pil per il 2022, portandola al +3,6 per cento dalla precedente stima del +3,5 per cento, risalente al primo settembre scorso. Pertanto, anche se il terzo e quarto trimestre dovessero essere a crescita nulla o in minima parte negativa, chiuderemmo l’anno con una crescita oltre il +3 per cento. Un risultato ancora da confermare, ma che ci porrebbe tra i primi della classe in Europa”.

Ma nello stesso giorno l’agenzia Moody’s minaccia un taglio al rating sull’Italia se la crescita sarà debole. E parla chiaramente di declassamento “se dovessimo anticipare un significativo indebolimento delle prospettive di crescita di medio termine del Paese a causa della mancata attuazione delle riforme per rafforzare la crescita, comprese quelle delineate nel Pnrr“.

Ma tornando all’Istat Brunetta vede il bicchiere mezzo pieno. “Questi dati – sottolinea il ministro uscente – dimostrano l’efficacia della politica economica del governo Draghi, confermando che una crescita solida e duratura produce effetti positivi anche sui conti pubblici. Se davvero, come ritengono i principali analisti, i prossimi mesi saranno difficili per l’economia globale, l’Italia con la cura Draghi è meglio posizionata nell’affrontare un possibile peggioramento del ciclo economico. Del buon fieno in cascina lasciato in dote al Paese”.

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