C'erano una volta i Piigs. Oggi a soffrire sono Francia e Germania
Quest'anno il pil dell'Italia salirà dell'1,2% contro lo 0,2% della Germania e lo 0,7% della Francia. Inflazione in ascesa a Berlino Bandiere europa e greciaC’erano una volta i Piigs, i paesi periferici dell’area euro
Portogallo, Irlanda, Italia, Grecia e Spagna. La zavorra dell’area euro, i possibili epicentri di una implosione della moneta unica. Per Grecia, Irlanda e Portogallo sono scattati programmi di aiuti e l’intervento della Troika (Fmi, Bce e Commissione europea), la Spagna ha ricevuto aiuti per 40 miliardi di euro per sostenere le banche. L’Italia venne commissariata dal governo Monti.
Dall’avvio della crisi del debito sovrano nella primavera del 2011, la situazione è molto cambiata, e in meglio, grazie soprattutto alla politica della Bce decisa da Mario Draghi dopo la famosa frase “whatever it takes” (“la Bce farà tutto il necessario per salvaguardare l’euro. E credetemi, sarà sufficiente”). A quasi dieci anni dale parole di Draghi, la situazione si è totalmente rovesciata. I vecchi Piigs si sono messi in testa a convoglio mentre arrancano Francia e Germania: ricordate il sorrisino di compatimento fra Nicolas Sarkozy e Angela Merkel ai danni di Berlusconi?
Ora la situazione è la seguente
Quest’anno l’Italia crescerà di più di Francia e Germania: il nostro Pil salirà dell’1,2% contro lo 0,2 della Germania e lo 0,7% della Francia. Per il prossimo anno invece le stime vedono una crescita dell’1,1 per l’Italia contro l’1,4% della Germania e la Francia. E’ quanto emerge dalle previsioni economiche di primavera presentate oggi dalla Commissione europea.
Per la Spagna il tasso di espansione è dell’1,9% nel 2023, ben al di sopra della media Ue, grazie all’attuazione del piano di ripresa e resilienza e a un mercato del lavoro molto forte – scrive la Commissione -. L’economia del Paese è destinata a espandersi ulteriormente, del 2%, nel 2024, trainata da consumi e investimenti. Il Portogallo è visto a +1,5% mentre per I prossimi due anni l’aumento stimato raggiunge il 2%.
L’inflazione spinge di più in Germania
Secondo la Commissione Europeala crescita de, prezzi per l’Italia si attesterà nel 2023 ad un livello del 6,1%, un dato in miglioramento rispetto al +8,7% del 2022. Si tratta di uno dei dati più alti fra le grandi economie dell’Eurozona. Peggio dell’Italia solo la Germania che vedrebbe l’inflazione in discesa solo al 6,8%. Con il rischio concreto che i tedeschi non cedano alla proposta di allentare le maglie del patto di stanilità. Anzi.
La difficoltà della Germania sono legate, in gran parte a ragioni politiche frutto della guerra in Ucraina e delle tensioni con la Cina. E’ andato in crisi il modello industriale tedesco che ha consentito la crescita di questi anni.
Il sistema era basato sulle furniture di gas a basso costo proveniente dalla Russia
I prodotti finiti, a cominciare dale auto venivano venduti un Cina. Si spiega così la lentezza con cui la Germania ha seguito gli Usa che hanno messo all’indice tanto Mosca quanto Pechino.
A pagare il prezzo maggiore è stata Berlino con una torsione che a Washington non è dispiaciuta. In fondo gli Usa sono stati costretti a combattere due guerre mondiali per evitare che la Germania dominasse l’Europa.
E ora c’è la sfida del Pnrr. Attesa per la terza tranche da 19 miliardi
Per l’Italia si tratta di una grande occasione. A patto che i soldi vengano ben spesi, innescando un circuito positivo di cerscita e sviluppo. Sulla terza rata da 19 miliardi di euro del Recovery Fund, utile al finanziamento del piano nazionale di ripresa (Pnrr), “si sta lavorando” come ha assicurato il commissario per l’Economia, Paolo Gentiloni, a margine della conferenza stampa di presentazione delle previsioni economiche di primavera.
Con il governo italiano “stiamo finalizzando alcuni aspetti, c’e buona collaborazione” ha aggiunto. E l’obiettivo e risolvere “rapidamente” la questione del pagamento. “Piu che sulla terza rata io pero mi concentrerei sull’aggiornamento del piano” ha spiegato. Tema di grande interesse per il governo e anche per le imprese italiane. “La commissione è prontissima e flessibile e non aspetta altro di potersi mettere a lavorare con le autorità italiane” ha concluso Gentiloni spiegano che “il problema dell’Italia è come proseguire nel corso positivo che ha portato l’economia nazionale a crescere del 12% in tre anni”