"L'Europa è abbagliata dal green, alle nostre case servono interventi antisismici" Cappello: interventi antisismici per le nostre case - V&A
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EconomiaIn evidenza Mar 28 febbraio 2023

"L'Europa è abbagliata dal green, alle nostre case servono interventi antisismici"

Mauro Cappello (esperto di fondi Ue): in Europa ci sono 8 capitali e ben 73 milioni di cittadini in aree ad alto rischio "L'Europa è abbagliata dal green, alle nostre case servono interventi antisismici"
Roberto Melli
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Roberto Melli

La nuova Direttiva Green ha acceso un forte dibattito in Italia a causa di una serie di disposizioni ritenute dannose per il patrimonio edilizio italiano. Che cosa prevede questa Direttiva lo abbiamo chiesto all’ingegnere Mauro Cappello, docente universitario ed esperto di fondi europei.

“La Direttiva riguarda l’efficientamento energetico degli edifici e prevede che almeno il 15% degli edifici che sono attualmente in classe G (la classe più bassa e che corrisponde al maggiore consumo energetico in assoluto) passi in classe E entro il 2030 e che entro il 2033 si raggiunga addirittura la classe energetica D. La Direttiva ha la finalità ridurre i consumi di energia degli edifici e le conseguenti emissioni in atmosfera considerato che circa il 40% della bolletta energetica europea deriva proprio dai consumi degli edifici”.

La finalità sembra più che condivisibile, allora perché tutta questa resistenza?

“Il patrimonio edilizio italiano è vetusto ed in gran parte è stato realizzato prima dell’entrata in vigore della prima legge sul risparmio energetico, la Legge 10/1991. Secondo i dati forniti dall’ENEA a seguito di un monitoraggio relativo agli attestati di prestazione energetica (Ape) emessi nel 2020, il 75,4% degli attestati si riferisce a immobili ricadenti nelle classi E, F, G ovvero edifici particolarmente energivori che ammontano a circa 11 milioni di unità. La classe G, quella più scadente, incide per oltre un terzo (35,3%)”.

Quindi?

“Come ingegnere Le dico subito che per passare almeno due classi energetiche è necessario agire contemporaneamente su tre fronti: le superfici opache (i muri e coperture),. tramite la posa in opera di un cappotto, le superfici trasparenti (gli infissi) installando infissi ad alte prestazioni termiche ed infine sugli impianti tramite la sostituzione delle caldaie e dei corpi scaldanti. I costi che i cittadini dovrebbero affrontare sarebbero ingentissimi, per esempio: ad oggi la fornitura e posa in opera di un cappotto in polistirene espanso dello spessore di 10 cm, secondo il prezziario della Regione Lazio 2022 è pari a 144 euro al metro quadro mentre un serramento in PVC ad alte prestazioni termiche costa oltre 500 euro al metro quadro ed infine un impianto termico supera i 4.000 euro. Consideriamo una piccola abitazione indipendente di circa 100 metri quadrati potremmo spendere circa 26 mila euro di soli lavori, aggiungete le spese per i ponteggi e la sicurezza in generale poi le spese di progettazione e direzione lavori, applicate l’IVA e potreste tranquillamente raggiungere la somma di circa 40 mila euro”.

In effetti il Suo calcolo restituisce una somma che non sarebbe alla portata di tutti. Quali conseguenze immagina per quegli immobili che, per ragioni economiche, non potranno essere adeguati?

“A parte il discorso delle sanzioni, oggetto di un dibattito in corso, si determinerebbe una svalutazione di quelli che non sono stati riqualificati. Immaginiamo che Lei debba acquistare una villetta e si trovi a scegliere tra due edifici gemelli (per esempio due ville a schiera), di cui solo uno è stato migliorato in termini energetici. Sebbene siano gemelli, Lei sarebbe disposto a riconoscere lo stesso valore di mercato?”.

Secondo Lei quanti sarebbero gli edifici interessati nella prima tranche, quella che vede come orizzonte il 2030.

“I calcoli li ha già fatti l’Ance in occasione dell’audizione nella Commissione politiche europee della Camera dei Deputati, quantificando gli edifici interessati in oltre 2 milioni, di cui 230 mila pubblici non residenziali e 1,8 milioni privati e residenziali. Con questi numeri è facile calcolare che, per rispettare la deadline del 2030, l’Italia dovrebbe riuscire a completare circa 286 mila interventi l’anno. L’esperienza del SuperBonus 110% dove gli interventi erano trainati da un fortissimo incentivo ci dice che la punta massima è stata di circa 260 mila interventi nel 2022 ovvero ben 20 mila al di sotto di quanto servirebbe per rispettare la nuova Direttiva. Sono certo che, se l’Europa non crea un forte incentivo, il traguardo non verrà mai raggiunto”.

 Quali proposte farebbe al Commissario Timmermans per migliorare la Direttiva?

“Voglio ricordare un progetto, finanziato dall’Unione europea nell’ambito del 7° Programma Quadro per la ricerca e l’innovazione, denominato “SHARE – Seismic Hazard Harmonization in Europe”.

Cosa prevedeva?

“Gli studiosi hanno dimostrato che più di mezza Europa è classificata come aree a medio-alto rischio sismico. A questo punto mi chiedo, soprattutto alla luce della tragedia in corso in Turchia e Siria dove i pannelli fotovoltaici troneggiano su cumuli di macerie, se sia davvero il consumo energetico degli edifici l’emergenza prioritaria europea. Ci sono 8 capitali e ben 73 milioni di cittadini europei in aree ad alto rischio, inoltre una fetta importante del patrimonio edilizio europeo è vulnerabile al Sisma, quindi sarebbe giusto ed opportuno inserire nella Direttiva Green anche il Fondo Europeo per la Prevenzione proposto a Bruxelles dall’eurodeputato Antonio Maria Rinaldi e dal Consigliere Sergio Pirozzi. Una Direttiva Safe and Green salverebbe vite umane ed eviterebbe di perdere le costose migliorie energetiche in caso di sisma”.

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