Certares torna in partita su Ita: alza la posta e offre garanzie al Mef
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Economia Mar 19 luglio 2022

Certares torna in partita su Ita: alza la posta e offre garanzie al Mef

Nuovo colpo di scena nella partita per la vendita di Ita, la compagnia aerea nata dalle ceneri dell’Alitalia con il fondo americano Certares Certares torna in partita su Ita: alza la posta e offre garanzie al Mef
Fiorina Capozzi
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Fiorina Capozzi

Giornalista di economia e finanza con esperienza internazionale e autrice di "Vincent Bolloré, il nuovo re dei media europei" (2015) e "Telecommedia a banda larga" (2020). Riconosciuta da Reporters without borders per il suo lavoro sui media europei.

Il fondo americano Certares su Ita

Nuovo colpo di scena nella partita per la vendita di Ita, la compagnia aerea pubblica nata dalle ceneri dell’Alitalia. Secondo quanto risulta a Verità&Affari, il fondo americano Certares, assieme agli alleati AirFrance-Klm e Delta, ha allineato l’offerta economica a quella della cordata Msc-Lufthansa. Il fondo avrebbe quindi messo sul piatto circa 800 milioni contro i 500-600 milioni inizialmente previsti. Non solo. Nella sua proposta per Ita, il fondo americano ha offerto maggiori garanzie al Tesoro sul ruolo dell’azionista pubblico che dovrebbe mantenere circa il 20% del capitale di Ita. Aspetto, quest’ultimo, particolarmente importante per il governo di Mario Draghi. Secondo indiscrezioni, la mossa di Certares ha cambiato le carte in tavola. Con il ministro del Tesoro, Daniele Franco, che è attualmente orientato ad accettare l’offerta statunitense.

In entrambi i casi, siamo però ben lontani dalle cifre che circolavano a gennaio quando arrivarono sul tavolo del Tesoro le prime offerte con valutazioni stellari rispetto ad oggi. All’epoca Msc, in cordata con Lufthansa, ritenne che l’ingresso in forze (l’80%) nel capitale di Ita potesse valere fra 1,2 e 1,5 miliardi di euro. La guerra in Ucraina, i rincari dei prezzi dell’energia e i timori di una recessione hanno però invitato i pretendenti ad una lunga riflessione. Con il risultato che le proposte di acquisto formalizzate al Tesoro hanno registrato pesanti sforbiciate. È così che è slittato anche il termine del 30 giugno inizialmente indicato dal governo per chiudere la partita Ita ed arrivare alla formalizzazione della vendita entro fine anno. Scioperi e crisi di governo hanno poi fatto il resto mettendo a rischio l’intera dismissione.

Ita galleggia

Nonostante i cieli turbolenti, i vertici della compagnia presieduta da Alfredo Altavilla sono particolarmente ottimisti: «nel mese di giugno Ita Airways ha chiuso in utile e ha prodotto cassa» ha dichiarato Altavilla in una recente conferenza stampa di Ita. «É un segnale per la squadra che abbiamo lavorato bene e intercettato questo ritorno del business» ha precisato l’ex manager Fiat. Nella sua visione è proprio grazie a questo impegno, che «siamo riusciti a chiudere questo primo mese in utile e avendo volato solo 7 mesi non è proprio banale». E poi anche ad avere ebit e cashflow «positivi» nonostante l’aumento dei prezzi del carburante. Secondo Altavilla, se non ci fossero stati i rincari sarebbe stata infatti tutta un’altra musica: «Sul primo semestre quello che posso dire è che se non avessimo avuto l’impatto del carburante avremmo fatto sicuramente meglio delle perdite previste nel piano industriale» ha puntualizzato.

Il tempo gioca contro

Altavilla sa bene però che il fattore tempo va contro gli interessi del Tesoro, unico proprietario di Ita. «È un momento importante» ha dichiarato recentemente auspicando che la cessione «si concretizzi il più velocemente possibile».
E, infine, ha concluso: «Al Mef che valuta le offerte, io dico il tempo distrugge il valore. Dal 24 gennaio abbiamo un progetto industriale importante, identificato, se quello è quello giusto non lo so, lo deciderà il Tesoro». Per ora tutto tace anche perché il governo è nel bel mezzo di una crisi che potrebbe incidere sul buon esito dell’operazione di dismissione.

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