Crediti fiscali, cosa cambia per tutti i bonus per la casa - V&A
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ApprofondimentiEconomia Ven 03 marzo 2023

Crediti fiscali, cosa cambia per i bonus casa dopo lo stop del governo

Per beneficiare dei bonus si può usare solo la detrazione in dichiarazione dei redditi. Vantaggi limitati per chi paga poche tasse Crediti fiscali, cosa cambia per i bonus casa dopo lo stop del governo Superbonus
Fiorina Capozzi
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Fiorina Capozzi

Giornalista di economia e finanza con esperienza internazionale e autrice di "Vincent Bolloré, il nuovo re dei media europei" (2015) e "Telecommedia a banda larga" (2020). Riconosciuta da Reporters without borders per il suo lavoro sui media europei.

Si ritorna all’anno zero

Il 17 febbraio segna lo spartiacque per i bonus edilizi. In quella data è entrato in vigore l’ultimo decreto in tema di Superbonus mettendo fine alla cessione del credito e allo sconto in fattura. “I bonus restano tutti esattamente come erano prima di questo decreto, ma nella versione fruizione in dichiarazione dei redditi”, come spiega Salvatore Regalbuto, tesoriere e membro del consiglio nazionale commercialisti con delega alla fiscalità. Si ritorna a prima del maggio 2020. Un esempio? L’Ecobonus avrà una detrazione del 50 o del 65% , a seconda del tipo di intervento, e il contribuente potrà beneficiare dell’agevolazione su dieci anni. 

La fine della cessione del credito e dello sconto in fattura  rende però chiaramente gli incentivi molto meno potenti. “La ragione sta nel fatto che tutti gli incapienti hanno delle difficoltà a fare gli interventi soprattutto quando si tratta di importi molto rilevanti. Pagando, infatti, un’imposta bassa o talvolta non la pagandola affatto, non hanno nulla da cui poter detrarre” prosegue l’esperto.

“Ciò che cambia con questo decreto è la data spartiacque fra chi ha il titolo abilitativo rilasciato precedentemente, quindi ha presentato la Cilas, la Scia o la Cila, potrà continuare a cedere i crediti e chi ha il titolo abilitativo non presentato non potrà più optare per la cessione del credito” aggiunge.

Poco chiare le regole per i lavori in edilizia libera

Come  spiega Regalbuto, sui lavori per i quali non è necessario presentare il titolo abilitativo, bisognerà poi dimostrare che i lavori sono inziati antecedentemente al 17 di febbraio. Come lo si dimostrerà? Ed è qui che sta il problema: le regole d’ingaggio non sono chiare.

“Al momento, l’unica cosa che si può fare è provare la data di inizio dei lavori con tutti gli incartamenti necessari, come ad esempio la notifica preliminare per le norme per la sicurezza. In alternativa, potrebbe anche esserci una autocertificazione in cui il beneficiario della detrazione si assumerà la responsabilità civile e penale di indicare la data di inizio dei lavori” aggiunge. Quest’ultima opzione è però al momento solo un’ipotesi di lavoro. Le modalità secondo le quali fornire la prova della data d’inizio dovranno essere definite con ogni probabilità dall’Agenzia delle Entrate.

Senza cessione dei crediti, bonus poco interessanti per chi non ha reddito

“Il vero bazooka del decreto 34/2020 era la possibilità di optare invece che per la detrazione, per la cessione del credito e per lo sconto in fattura. Questo faceva si che il contribuente che non aveva capienza in dichiarazione dei redditi poteva comunque contare su qualcuno che avrebbe comprato il suo credito” precisa l’esperto.

“Eliminando la cessione del cerdito e lo sconto in fattura, non pagando imposta, caso frequentissimo fra i pensionati con poco reddito, o pagandone molto poca, difficilmente si possono fare interventi di taglia grande perchè non ci sono imposte da poter scomputare dalla detrazione in sede di dichiarazione dei redditi” aggiunge. “E soprattutto magari anche se ho la capienza d’imposta, devo avere i soldi per finanziare l’intervento, mentre con lo sconto in fattura, il finanziamento avveniva di fatto cedendo il credito al fornitore che faceva i lavori” sottolinea. 

Che cosa potrebbe succedere a questo punto?

“In prospettiva, quello che potrà accadere, se ci sarà la volontà politica, è provare a reintrodurre la cessione del credito almeno per i soggetti che hanno meno reddito perchè altrimenti resterebbero tagliati fuori dai bonus” spiega. “A bocce ferme, avendo chiuso questa stagione, dove la cessione del credito è stato strautilizzato, bisognerà capire se e come si potrà reintrodurre la cessione del credito e lo sconto in fattura” precisa Regalbuto.

“Alle porte c’è un intervento importante di efficientamento energetico dei nostri edifici, costruiti o fra gli anni 50 e 90  e quindi poco performanti o addirittura edifoici storici. Quindi se si vorrà star dietro a questa emananda disposizione dell’Unione europea bisognerà necessariamente politicamente trovare il modo nel tempo di accompagnare questo percorso. E per accompagnarlo per gli incapienti non c’è un’altra solzione che non un meccanismo come quello che c’era” conclude. Magari con correttivi come, ad esempio, un plafond annuale. Quanto alle frodi, invece, sono state ormai arginate dal decreto del 2021, emanato dal governo Draghi grazie ai controlli di tecnici, commercialisti e anche dele banche che comprano crediti fiscali. 

 

 

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