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EconomiaPrimo piano Ven 13 gennaio 2023

Crolla la produzione di energia: altro che accise è questa la priorità del governo

Mentre in Italia si parla solo di benzina, i dati sulla produzione industriale dimostrano che la vera questione è quella energetica Crolla la produzione di energia: altro che accise è questa la priorità del governo
Redazione Verità&Affari
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La sorpresa tedesca

Mentre in Italia divampa la polemica sulle accise e sullo sconto da 18 centesimi al litro “tagliato” dal governo per concentrarsi sul caro bollette, la Germania torna a correre. E grazie ai compiti fatti per tempo rivede a una crescita robusta, comunque più alta delle previsioni sul Pil. Già a fine settembre, infatti, il governo tedesco aveva istituito un fondo di aiuti da 200 miliardi di euro per sostenere i cittadini e le imprese nell’aumento dei costi energetici da finanziare in parte con la riattivazione del fondo di stabilizzazione economica creato durante la pandemia. E così oggi si vedono i risultati. Il più 1,9% del prodotto interno lordo tedesco nel 2022 è “sorprendentemente robusto”, afferma Joerg Zeuner, capo economista di Union Investment. Tra i fattori trainanti c’è la rimozione delle restrizioni sul coronavirus e l’aumento dei consumi, la ripresa del turismo e dell’industria dell’ospitalità e la contrazione dei prezzi di gas ed elettricità.

Il peggio è passato? Il peggio probabilmente sì, ma pensare di poter tornare rapidamente ai livelli pre-Covid sembra una chimera. “La prevista recessione invernale sarà quindi più lieve di quanto inizialmente temuto”, continua l’esperto, aggiungendo che la ripresa sarà probabilmente molto debole quest’anno. “L’economia tedesca nel suo complesso non dovrebbe tornare alla crescita pre-crisi prima del 2024”. 

I dati Istat sulla produzione industriale

E in Italia? Ci volevano probabilmente i dati sulla produzione industriale di novembre per rimettere un po’ di ordine nelle priorità dell’agenda politica. A novembre la produzione industriale si è ridotta di 0,3 punti percentuali rispetto al mese precedente e del 3,7% sull’anno. Sono cresciuti solo i beni strumentali (+1,8%) mentre hanno fatto registrare un segno meno i beni di consumo (-2,6%), quelli intermedi (-5,2%) e soprattutto l’energia con un sonoro rosso di circa 16,2 punti percentuali. Tra i settori di attività economica che registrano variazioni tendenziali positive ci sono i computer e i prodotti di elettronica, mentre le flessioni più evidenti riguardano la fornitura di energia elettrica e gas, -17,1%.   

L’opposizione fa il suo – e ci mancherebbe – ma visto che da diversi giorni il dibattito pubblico sembra cristallizzato sulla polemica riguardante la benzina, va ricordato che le emergenze sono altre. E che il problema energetico, figlio dei rincari degli ultimi mesi, resta probabilmente al primo posto. 

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