Direttore generale del Tesoro: via Rivera dentro Barbieri - V&A
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EconomiaPrimo piano Gio 19 gennaio 2023

Cambia il direttore generale del Tesoro: al posto di Rivera arriva Riccardo Barbieri

Alla Ragioneria viene confermato Biagio Mazzotta, mentre per l'Amministrazione Generale del personale e dei servizi c'è Ilaria Antonini Cambia il direttore generale del Tesoro: al posto di Rivera arriva Riccardo Barbieri ALESSANDRO RIVERA MEF GIANCARLO GIORGETTI
Tobia De Stefano
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Tobia De Stefano

Con una lunga esperienza nel settore economico, ha lavorato a Libero Mercato e Libero. Ora è alla Verità e scrive per Panorama e Verità & Affari

Barbieri al posto di Rivera

Le tanto attese indicazioni del Mef sono arrivate. Il Tesoro ha inviato alla Presidenza del Consiglio, ai fini dell’iscrizione nell’ordine del giorno del Consiglio dei ministri, la proposta di nomina dei direttori generali dei dipartimenti del Tesoro (Riccardo Barbieri) Ragioneria (Biagio Mazzotta) e Amministrazione Generale del personale e dei servizi (Ilaria Antonini) ringraziando ovviamente gli uscenti per il lavoro svolto. Inutile girarci intorno l’indicazione più attesa era quella per la poltrona di direttore generale del Tesoro e la discussione ruotava intorno alla figura molto discussa di Alessandro Rivera che ha avuto un ruolo centrale – tra le altre – anche nelle partite Mps e Ita. Il suo posto verrà preso Riccardo Barbieri Hermitte, attualmente responsabile della Direzione I – Analisi Economico Finanziaria – del Dipartimento del Tesoro.

Si tratta di un solido economista e market strategist con venticinque anni di esperienza nei mercati finanziari, in cui ha lavorato per alcune delle maggiori banche di investimento a partire da Jp Morgan per arrivare fino a Morgan Stanley e Bank of America-Merrill Lynch. Barbieri è anche stato il capo dell’ Independent Research Department e Chief Economist in Mizuho International, la succursale londinese della banca d’investimento giapponese Mizuho Securities. Nato a Roma e cresciuto a Milano, dove si e laureato con lode in Discipline Economiche e Sociali alla Bocconi ha quindi passato cinque anni negli USA, conseguendo un Ph.D. in Economics presso la New York University. Nel curriculum che si può trovare on line sul sito del ministero dell’Economia non è indicata l’esperienza di Barbieri in Algebris che risale al 2010. Esperienza di pochi mesi per il fondo di Davide Serra, finanziere italiano che ha avuto grande visibilità per essere stato uno dei principali sostenitori di Matteo Renzi.

Chi ha avuto modo di frequentarlo sui mercati lo descrive come un solido economista, con una “view” ben chiara sulla situazione dei conti e del bilancio del Paese e con delle ottime conoscenze internazionali. Da questo punto di vista va a colmare la lacuna più evidente che si è venuta a creare con il benservito a Rivera, la necessità di continuare a coltivare i rapporti con Bruxelles certo ma anche con la City e le piazze finanziarie. Certo – evidenzia chi ci ha lavorato insieme – se ci si aspetta l’arrivo di “un rivoluzionario” nella posizione più delicata del ministero più importante del governo rimarrà deluso. Oltre che per l’equilibrio la figura di Barbieri “spicca” per il fare felpato e l’assenza nei suoi atteggiamenti di modi o parole sopra le righe. Barbieri è entrato al Tesoro nel 2015 superando una lunga selezione durata addirittura sei mesi rivolta a personale interno alla pubblica amministrazione e a specialisti particolarmente qualificati, vincendo la concorrenza di circa 60 candidati. 

Resta da capire quali saranno le conseguenze su Monte dei Paschi e Ita di questa piccola rivoluzione. Rivera ha avuto un ruolo determinante nell’esito di entrambe le partite che sono comunque ancora in corso. I suoi detrattori lo considerano tra i maggiori responsabili di quasi tutte le traversie vissute dal Monte in questi anni e sono sicuri del fatto che buona parte della dirigenza di fascia alta della banca toscana facesse riferimento a lui. Se davvero così fosse non si può neanche escludere una reazione a catena sull’istituto controllato con il 64% dal Tesoro che dopo l’aumento di capitale da 2,5 miliardi sembra finalmente respirare un po’. Su Ita la partita è diversa. Ieri è arrivata l’offerta tra i 300 e i 350 milioni di Lufthansa per il 40% della compagnia e a stretto giro arriverà anche la risposta del Tesoro. Da questo punto di vista, la permanenza del presidente Antonino Turicchi, uno dei nomi più gettonati per la sostituzione di Rivera, è senza dubbio una garanzia di continuità. Non si può però non ricordare che secondo le indiscrezioni che si rincorrono Rivera avrebbe avuto un ruolo determinante nell’assegnare l’esclusiva al fondo Certares al posto della cordata Msc-Lufthansa. Quella scelta avrebbe fatto perdere tempo prezioso a Ita visto che con il passare delle settimane la compagnia si è svalutata praticamente della metà rispetto al quasi miliardo e mezzo che le due società erano disposte a mettere sul piatto a inizio 2022. 

Nessuna conferma invece sulla destinazione di Rivera. Tra i rumors più attendibili quelli che lo vogliono ai vertici della Bei, la Banca europea per gli investimenti, posizioni molto ambite e quindi per nulla scontate perché c’è da vincere la concorrenza degli altri Stati. 

Confermato Mazzotta

Alla Ragioneria viene confermato Biagio Mazzotta, mentre all’amministrazione generale del personale e dei servizi arriva Ilaria Antonini, consigliere della Presidenza del Consiglio a capo del dipartimento per le politiche della famiglia. Il ministero dell’economia chiude la nota precisando che a breve verrò presentata una proposta di riforma del modello organizzativo con lo scopo di assicurare il raggiungimento degli importanti obiettivi assegnati in primo luogo a livello europeo e internazionali tramite una diversa articolazione della struttura dipartimentale.

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