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EconomiaPrimo piano Ven 20 gennaio 2023

Edilizia, corsa ai nuovi certificati per costruire: vincoli e occasioni per le imprese

Giovanni Pelazzi, presidente di Argenta, una delle 15 società che rilascia l’attestazione Soa: costi e nuove possibilità per le aziende Edilizia, corsa ai nuovi certificati per costruire: vincoli e occasioni per le imprese
Maddalena Camera
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Maddalena Camera

Cosa c’è dietro l’attestazione Soa

Nuovi obblighi ma anche nuove opportunità per le imprese edili. Infatti, se ora la legge prevede il possesso dell’attestazione Soa, sigla che vuol dire solo società organismo attestazioni, anche per le imprese che svolgono lavori privati superiori a 516mila euro, queste stesse imprese si sono rese conto che questa certificazione apre nuove possibilità.  Ossia accedere alle gare pubbliche, dove l’attestazione è già prevista per lavori superiori ai 150 mila euro. Lo spiega Giovanni Pelazzi, presidente di Argenta, una delle 15 società operanti in Italia  in grado di rilasciare l’attestazione Soa.

“Abbiamo visto già a partire da dicembre un notevole aumento di richieste di attestazione- ha detto Pelazzi- il motivo è che le imprese edili devono avere questa attestazione per tutti i lavori che sono oggetto di detrazioni fiscali per i privati. Fino al 1 luglio siamo in una fase transitoria, ossia basta presentare la richiesta di attestazione, ma poi bisognerà essere in possesso del documento rilasciato da organismi come il nostro”.

Perché tante richieste?

“Il motivo è che molti condomini hanno accelerato lo scorso anno la procedura per accedere al superbonus 110% che per il 2023 è sceso al 90% e dunque le imprese edili che effettueranno i lavori sono obbligati ad avere l’attestazione”.

In cosa consiste e quanto costa?

“Viene rilasciata da organismi, come il nostro, vigilati dall’Anac, Autorità Nazionale Anticorruzione, e garantisce il possesso da parte dell’impresa del settore delle costruzioni dei requisiti previsti in riferimento a capacità economica rapportata all’ammontare dei lavori che dovranno eseguire, idonea attrezzatura tecnica, esperienza nello stesso settore, direttore dei lavori in possesso di qualifiche professionali specifiche e di esperienza come responsabile del cantiere. Si tratta insomma di verificare che l’impresa sia idonea da tutti i punti di vista anche fiscale. Il costo va da 4.500 fino a 100 mila euro per un gigante come Webuilt, dipende dalla dimensione dell’impresa e dal numero di attestati richiesti. Da sottolineare che l’attestato vale 5 anni.

Se ci fosse stato prima si sarebbero evitate le truffe viste soprattutto con bonus facciata per i condomini e in misura minore con il Superbonus?

“Indubbiamente. L’attestazione Soa non è però solo una misura antitruffa per lo Stato ma potrà aiutare molte imprese, anche di piccole o medie dimensioni, a partecipare alle gare del Pnrr che, stimiamo, possano generare un valore per il settore delle costruzioni superiore ai 100 miliardi di euro al 2026. Ed è per questo che stiamo registrando una forte richiesta da parte di chi vuole puntare, oltre che al settore privato delle costruzioni, anche sul pubblico”.

E per il 2023 dopo l’abolizione del Superbonus 110% che doveva restare almeno per i condomini, quali sono le prospettive?

“Le previsioni sono di una probabile stagnazione e di una decrescita comunque contenuta di circa lo 0,2% rispetto al 2022. Secondo le elaborazioni del nostro centro studi Argenta Soa, tra il quarto trimestre del 2019 (prima della pandemia) e il secondo di quest’anno il valore aggiunto delle costruzioni ha superato del 29% i livelli pre-Covid, a fronte di un marginale incremento nel manifatturiero (+2,1%) e un ancora parziale recupero sia nei servizi (-0,7%) sia nell’agricoltura (- 4,9).  Due dati, più di altri, a sostegno dell’analisi: le imprese che lavorano nel settore costruzioni sono cresciute di 164mila unità tra fine 2019 e il secondo trimestre 2022. Nel settore ci sono oggi 1,6 milioni di lavoratori, livello analogo a 10 anni fa. Non bisogna dimenticare però che il settore costruzioni per 10 anni è stato fortemente depresso ed è ripartito grazie alle misure straordinarie dei bonus edilizi e del Pnrr”.

Quali sono i problemi nel 2023?

“La prima cosa da risolvere è quella dei crediti fiscali incagliati che pesano sulle imprese. Le banche non sono più disponibili e quelle che mostrano aperture chiedono il 25-30% rispetto ad esempio a un 110% di sconto fiscale. Da definire anche la riforma del codice appalti che dovrebbe garantire procedure più leggere ed è atteso nel mese di aprile”.

E il costo delle materie prime?

“Purtroppo tornare ai prezzi di due anni fa è impossibile. Il costo di costruzione di un edificio residenziale è aumentato di quasi il 18% tra la fine del 2020 e il secondo trimestre del 2022. A fronte di ciò, si è registrato un incremento del prezzo di vendita degli immobili di circa il 10% nello stesso periodo. A questo si somma l’aumento dei tassi. Già oggi quelli sui mutui a tasso fisso per le famiglie hanno superato il 4%, quasi cinque volte il livello di un anno fa”.

Inoltre c’è anche difficoltà a trovare personale

“Il settore edile ha una età media elevata: il 9% ha oltre i 60 anni e il 45% degli addetti tra i 45 e i 59 anni. In 5 anni andranno in pensione 165mila addetti e già mancano tra i 30 e 45mila addetti. Inoltre, ad andare in pensione, saranno i più esperti i capo cantiere, difficilmente rimpiazzabili velocemente. Da sottolineare che il  comparto edile ha un ruolo decisivo non solo per il peso che riveste nell’economia italiana ma anche per accompagnare il Paese verso la cosiddetta “transizione verde”. Infatti  una buona parte delle misure dedicate dal Pnrr a questo tipo di obiettivo sono finalizzate a rinnovare gli immobili esistenti per renderli più efficienti dal punto di vista energetico. Ma per i comuni, specialmente nel sud, mettere a terra nuovi progetti per utilizzare i fondi del piano non sarà semplice dato che non hanno strutture tecniche adeguate”.

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