Così il Mef “salva” il colosso russo dei fertilizzanti in Italia
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Economia Lun 10 ottobre 2022

Così il Mef ha “salvato” il colosso russo dei fertilizzanti in Italia

Le autorità italiane hanno disposto il congelamento degli asset nei confronti della russa Eurochem Agro spa. Così il Mef ha “salvato” il colosso russo dei fertilizzanti in Italia
Gianluca Paolucci
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Gianluca Paolucci

Ha lavorato per Reuters e La Stampa occupandosi di finanza, crac bancari, criminalità finanziaria e corruzione. Dal 2022 è caporedattore di Verità & Affari e scrive per La Verità e Panorama.

La Eurochem congelata dal Mef

Più che una misura ritorsiva è un salvataggio, quello delle autorità italiane che hanno disposto il congelamento degli asset nei confronti della Eurochem Agro spa. Nonché l’ennesima dimostrazione che sulle sanzioni l’Ue detta le regole, ma poi i singoli stati seguono ognuno le proprie priorità. Produttrice di fertilizzanti per l’agricoltura, la società di Cesano Maderno – 127 milioni di euro di fatturato nel 2021 – fa parte del gruppo di Eurochem di Andrey Melnichenko, oligarca russo plurisazionato, noto alle cronache per essere il proprietario del Sy «A», il più grande yacht a vela del mondo attualmente bloccato a Trieste nell’ambito delle sanzioni europee per l’invasione russa dell’Ucraina.

Pochi giorni fa anche gli asset della Eurochem Agro sono stati «congelati» dal Mef, nell’ambito delle sanzioni Ue.  L’inserimento nell’elenco degli asset sanzionati in questo caso però è una garanzia per l’azienda, che potrà così riprendere la sua normale operatività grazie alla separazione anche formale dall’azionista di riferimento.

Fuga dalle sanzioni

Malgrado il settore dei fertilizzanti attraversi un ciclo particolarmente favorevole proprio grazie alla guerra in Ucraina, il gruppo Eurochem, uno dei principali operatori del settore a livello mondiale, sta vivendo una fase particolarmente travagliata proprio a causa del suo assetto proprietario. Melnichenko, sanzionato fin dalla primavera scorsa sia dall’Unione europea che dagli Usa, ha cercato varie scappatoie per evitare gli effetti delle sanzioni sulle sue attività. Nell’aprile scorso, ha trasferito alla moglie Aleksandra i diritti sui trust che a cascata controllano le attività in Europa dell’oligarca, tra le quali c’è anche il gruppo Eurochem. Il mese successivo però le autorità europee hanno sanzionato anche la moglie, rendono così vano il tentativo di eludere le sanzioni.

Blocco dei conti

Per la Eurochem Agro, le sanzioni hanno significato soprattutto il blocco dei rapporti bancari. «Tale congelamento ha comportato non solo l’impossibilità per la società di effettuare pagamenti, ma anche l’impossibilità di ricevere incassi per le vendite di prodotto effettuate», è scritto nel bilancio della società brianzola. Tutto questo mentre gli affari vanno alla grande: lo stesso bilancio registra come nei primi cinque mesi del 2022 i ricavi siano stati pari a 117,5 milioni di euro, quasi il doppio dei 64 milioni registrati nello stesso periodo dell’anno precedente.

Per gestire l’operatività, la società si è così rivolta al Comitato di sicurezza finanziaria (Csf), l’organismo istituito al Mef che vigila sull’applicazione delle sanzioni e emana i provvedimenti amministrativi sulla base dei quali sono congelati in Italia i beni degli oligarchi. Tra marzo e giugno, la Eurochem Agro spa ha presentato una serie di istanze per lo sblocco dei conti correnti, sulla base del riconoscimento che né Melnichnko né altri soggetti sanzionati esercitino il controllo sulle attività del gruppo. Il Csf ha in effetti autorizzato, a più riprese, gli incassi dalle vendite e una serie di pagamenti da parte di Eurochem per un totale di 17,8 milioni di euro.

Le incertezze

Tutto questo non è bastato a mettere in sicurezza la società, che nel bilancio 2021 – approvato a fine giugno scorso – sottolinea come «le sanzioni emanate dalla Commissione europea (…) nonché le incertezze oggettive su come potenziali ulteriori sviluppi legati al conflitto militare possano influenzare sia l’operatività gestionale che la posizione finanziaria del gruppo controllante e conseguentemente della società». Così nei giorni è arrivato il provvedimento del Csf, che potrebbe essere replicato anche in altri casi analoghi come la raffineria Lukoil di Priolo.

Da sottolineare che proprio su Eurochem, presente in varie paesi europei, ogni stato ha fatto un po’ come ha voluto. Il Belgio ad esempio nel maggio scorso ha decretato che la Eurochem Antwerp Nv, alla quale fa capo il principale sito produttivo europeo del gruppo, non era sanzionabile. Un provvedimento analogo, che anche in questo caso ha consentito la riapertura dei rapporti bancari, è stato adottato successivamente dalla Germania.

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