La Fed alza i tassi e taglia le previsioni. Le mosse della Bce
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Economia Mer 14 dicembre 2022

La Fed alza i tassi di mezzo punto e taglia le previsioni. Wall Street gira in negativo. Le prossime mosse della Bce

La Fed delude i mercati, non tanto per l’aumento dei tassi ampiamente previsto: mezzo punto che li porta in area compresa fra 4,25/4,5 %.  La Fed alza i tassi di mezzo punto e taglia le previsioni. Wall Street gira in negativo. Le prossime mosse della Bce JEROME POWELL FEDERAL RESERVE FED
Nino Sunseri
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Nino Sunseri

Giornalista economico finanziario da oltre 50 anni, ha cominciato nel 1974 al Giornale di Sicilia. Ha lavorato rivestendo ruoli di caposervizio e inviato per il Corriere della Sera, La Repubblica e Libero.

La decisione della Fed sui tassi

La Fed delude i mercati, non tanto per l’aumento dei tassi ampiamente previsto: mezzo punto che li porta in area compresa fra 4,25/4,5 %. Quanto per il resto: previsioni per il Pil 2022 abbassate e soprattutto perché, nelle sue proiezioni la Fed ora vede il nuovo picco dei tassi oltre il 5% nel 2023 dal precedente 4,6%. Una stretta prolungata perché la banca centrale Usa “è fortemente impegnata a riportare l’inflazione al suo obiettivo del 2%”. 

La Fed, inoltre, continuerà a drenare liquidità vendendo titoli del Tesoro e altre obbligazioni in portafoglio “come descritto nei Piani di riduzione del bilancio della Federal Reserve pubblicati a maggio”. Ovviamente  il segnale non è piaciuto a Wall Street che gira in negativo temendo che la stretta monetaria durerà più del previsto. Una brutta sorpresa anche per i mercati europei che per tutta la giornata erano andati al piccolo trotto. . Parigi giù deilo  0,21%.  Francoforte arretra dello 0,26% Londra  perde lo 0,09% e  Milano lo 0,26%

Il messaggio del presidente Jerome Powelle nella successiva conferenza stampa è stato molto chiaro. Un allentamento non è,  auspicabile finché la dinamica dei prezzi  non ritornerà verso gli obiettivi target delle banche centrali. Nonostante l’inflazione sia negli Usa che in Europa sia cresciuta a novembre meno delle attese rimane sempre molto elevata. Considerando che il 2% rappresenta la soglia ottimale fissata sia a Washington sia a Francoforte gli scostamenti sono considerevoli: i tre volte negli Usa (l’ultima rilevazione del costo della vita è stata 7,1% a novembre) e più di cinque in Europa (10%).

Secondo quanto riferito da Reuters, alla vigilia della riunione del board, sembra che la Banca centrale europea si aspetti in realtà che l’inflazione rimanga al di sopra del target del 2% per i prossimi tre anni, superando le aspettative dei mercati, in un segnale che la lotta contro la corsa dei prezzi è tutt’altro che finita.

È probabile che Christine Lagarde aumenti, quindi, i tassi di 50 punti domani  rispetto ai 75 delle due precedenti riunioni, portando il tasso al 2% che rappresenta la soglia più alta  dalla fine del 2008. “Probabilmente – spiega di Silvia Dall’Angelo, senior economist di Federated Hermes, il board – sottolineerà che la loro principale preoccupazione è l’inflazione in questa fase e che, di conseguenza, potrebbe essere necessario un ulteriore inasprimento in futuro”.

L’attesa dei mercati

Tuttavia l’attenzione maggiore dei mercati sarà concentrata su altro. A cominciare dalle comunicazioni riguardo al programma di quantitative tightening, vale a dire il piano di liquidazione dell’ingente portafoglio di titoli (5000 miliardi) che la Bce ha costruito fin dai tempi di Mario Draghi per sostenere l’economia europea

Anche la Banca d’Inghilterra probabilmente aumenterà i tassi di 50 punti base al 3,5% nella riunione di domani.. Nonostante l’inflazione si sia attestata sotto le attese degli analisti a novembre (10,7% invece che 10,9%), i dati recenti, suggeriscono come l’economia britannica sia probabilmente entrata in recessione nel terzo trimestre.

Lo stop secondo le previsioni sarà probabilmente prolungata. Al contrario di quanto atteso per Francoforte però, gli analisti immaginano  che la manovra di dicembre sia seguita da una pausa. Tuttavia, se il mercato del lavoro rimarrà rigido, sono possibili un paio di ulteriori rialzi più contenuti nel 2023, fino a un picco vicino al 4 per cento.

 

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