L'Iva e l'inflazione riducono il debito dello Stato. Ce lo spiega il ministro Franco
Nel primo semestre del 2022, nonostante l’evolversi della situazione internazionale, si evince un miglioramento di finanza pubblica.
La situazione della finanza pubblica
Nel primo semestre del 2022, nonostante l’evolversi della situazione internazionale, si evince un sostanziale miglioramento del quadro tendenziale di finanza pubblica. È quanto si legge nella relazione al Parlamento del presidente del Consiglio Mario Draghi e del ministro dell’Economia Daniele Franco illustrata oggi in Cdm. “Sulla base delle informazioni al momento disponibili, la previsione dell’indebitamento netto delle amministrazioni pubbliche per il 2022 risulterebbe essere inferiore di 0,8 punti percentuali di Pil rispetto alla stima dell’indebitamento netto programmatico formulata in occasione del Documento di economia e finanza (-5,6 per cento). In valore assoluto l’indebitamento risulterebbe inferiore di circa 14,3 miliardi di euro, interamente dovuto alle maggiori entrate”.
La relazione chiarisce che “la revisione al rialzo della previsione delle entrate è in larga parte attribuibile alla componente tributaria per la quale il monitoraggio, aggiornato con le informazioni disponibili sui versamenti del 30 giugno, segnala uno scostamento positivo valutato in circa 11,1 miliardi a cui si aggiunge la componente extra-tributaria per la quale si stima una variazione positiva di circa 3,2 miliardi. Le maggiori entrate tributarie derivano, in particolare, dal risultato dei versamenti in autoliquidazione e dalla sostenuta dinamica dell’Iva. La notevole crescita del gettito Iva è principalmente ascrivibile all’incremento dei prezzi dell’energia importata e alla conseguente impennata dell’inflazione”.