La guerra prosciuga l’Europa: ci è già costata oltre 170 miliardi
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Economia Dom 21 agosto 2022

La guerra sta prosciugando l’Europa: ci è già costata oltre 170 miliardi di euro

l conto per l’Europa della guerra in Ucraina è di 170 miliardi di euro spesi in più in meno di un anno. E gran parte è andato alla Russia. La guerra sta prosciugando l’Europa: ci è già costata oltre 170 miliardi di euro
Redazione Verità&Affari
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Il costo della guerra in Ucraina

Il conto per l’Europa della guerra in Ucraina è di 170 miliardi di euro spesi in più in meno di un anno. E gran parte di questo esborso aggiuntivo (pari all1,3% del Pil europeo) è andato alla Russia di Vladimir Putin, ovviamente a causa dei prezzi energetici schizzati verso le stelle. Lo studio è del Centro studi di Unimpresa sullo scenario economico internazionale. Un panorama che potrebbe peggiorare ulteriormente nelle prossime settimane a causa di un’inflazione ancora fuori controllo e stabilmente sopra l’8%.

Cosa succederà con le elezioni

Per questo, ricorda Unimprese, la Banca centrale europea si appresta a ulteriori rialzi dei tassi d’interesse con il primo, già a settembre, che sarà di 25 o 50 punti base. Questa decisione, osserva Unimpresa, serve per contrastare appunto il carovita ma anche per provare a sospingere la crescita economica. «L’allungamento guerra, però, potrebbe portare a recessione in Italia e non solo. La Bce fa la sua parte, ma non basta. Per compensare l’inflazione, bisogna intervenire sugli stipendi e per farli aumentare ci sono due possibilità: aumenti concordati con i rinnovi dei contratti collettivi (sono scaduti oltre 50 ccnl di 10 milioni lavoratori) oppure un taglio importante delle tasse (Irpef) che faccia aumentare subito il reddito disponibile delle famiglie; e questa seconda ipotesi è da preferire, considerando che la congiuntura non consente alle imprese di apportare maggiori costi del costo del lavoro», ha commentato il presidente onorario di Unimpresa, Paolo Longobardi. Il focus del presidente di Unimpresa si è posato anche sulle prossime elezioni. «Il 25 settembre deve segnare una svolta fondamentale per questo Paese, un punto per una definitiva ripartenza, perché abbiamo bisogno di una maggioranza stabile e di un governo forte, capace di ragionare sul lungo periodo», aggiunge Longobardi.

Il rischio recessione

Nella sua analisi, Unimpresa spiega come le mosse della Bce siano dettate da quelle della Federal reserve americana, che ha iniziato prima e con più decisione il rialzo dei tassi di interesse. Ma la stretta monetaria può avere anche un contraccolpo negativo sull’economia, contribuendo alla brusca frenata dell’economia ormai in atto dopo un 2021 di ripresa post-pandemia. L’Europa e l’Italia, infatti, rischiano seriamente la crescita zero o addirittura la recessione. Prevista infatti la crescita del fatturato italiano solo dell’1,5%, in netto ribasso rispetto al +4,9% ipotizzato prima della guerra in Ucraina, lo scorso ottobre.

Questa situazione – sottolinea Unimpresa – è confermata dalle motivazioni con cui la Commissione europea ha esteso anche per il 2023 il congelamento delle regole sulle finanze pubbliche il cosiddetto patto di stabilità. L’Ue guidata da Ursula von der Leyen è preoccupata per la forte incertezza causata dalla guerra, gli aumenti senza precedenti dei prezzi dell’energia e le continue interruzioni delle forniture di materie prime. Tuttavia, l’Europa concederà flessibilità solo per ridurre la bolletta dell’energia con qualche sostegno mirato oppure per interventi per i rifugiati ucraini: non saranno più permessi interventi generalizzati che mobilitano miliardi solo per far girare l’economia.

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