I tech non si accendono a Wall Street e i prezzi si spengono a Milano
Chiusura negativa a Piazza Affari al traino di Wall Street. Male Iveco nonostante la buona semestrale. Perde quota Tim nel giorno dei conti
Lo stallo sul debito Usa, le difficoltà del mercato del lavoro statunitense e il ritorno dei timori sulla tenuta delle banche regionali mettono di nuovo un freno ai listini europei, che chiudono in ordine sparso ma fiaccati anche dalla debolezza del petrolio e dall’atteso rialzo dei tassi da parte della Bank of England. Segno che la lotta contro l’inflazione per ora andrà avanti, nonostante i dubbi degli investitori sulle prossime mosse di Bce e Fed (alla luce degli ultimi segnali di raffreddamento dei prezzi alla produzione negli Stati Uniti).
Le trimestrali sono buone ma non a a Piazza Affari
Ma a tenere banco a Piazza Affari – dove il Ftse Mib perde alla fine lo 0,6% – sono soprattutto le trimestrali che vedono molti titoli in “rosso” nonostante i conti sopra le attese. È il caso in particolare di Iveco (-6%) e Mediobanca (-2,8%). Il calo del greggio pesa invece su Saipem (-3,9%) ed Eni (-1,8%). Seduta debole per i big bancari e assicurativi, mentre si salva il comparto delle utility con Hera (+3,3%), assieme a Interpump (+3%) e Recordati (+2,1%) dopo il rialzo dei target 2023. Frena Tim (-2,3%) all’indomani dei conti e delle tensioni in cda sulla governance.
Sul valutario, l’euro è in netto calo a 1,091 dollari (da 1,098 ieri in chiusura) e 146,69 yen (148,18). Si conferma piatto sui 35 euro al MWh il prezzo del gas mentre perde quota il petrolio: il Wti di giugno scambia a 71,6 dollari (-1,3%) e il Brent di luglio a 75,7 dollari (-1%).