Il Giappone per la prima volta dopo Fukushima costruisce centrale nucleare
Non accadeva dal 2011, anno del disastro di Fukushima, ma il Giappone cambia idea e rilancia le centrali nuicleari FUMIO KISHIDA PRIMO MINISTRO GIAPPONEIl Giappone torna a costruire centrali nucleari per la prima volta dopo il disastro di Fukushima del 2011. «L’invasione dell’Ucraina da parte della Russia ha cambiato drasticamente la situazione energetica globale», ha detto ieri il primo ministro di Tokyo Fumio Kishida. «Qualunque cosa accada a livello globale, dobbiamo preparare in anticipo tutte le misure possibili per ridurre al minimo l’impatto sulla vita delle persone». Secondo Kishida, insieme alle rinnovabili «l’energia nucleare è essenziale per procedere alla trasformazione verde».
Il piano del governo, che verrà definito entro la fine dell’anno, prevede, oltre alla costruzione di centrali di nuova generazione, la riattivazione di vecchi impianti che erano stati chiusi dopo il 2011, e il prolungamento del periodo di vita dei reattori esistenti oltre i 60 anni previsti dalla legge.
17 reattori riaperti
Quanto al nucleare di ultima generazione, uno studio del ministero dell’Economia ritiene possibile che le nuove centrali possano entrare in funzione già nel 2030. Il governo nel frattempo vuol rimettere in funzione entro l’estate del 2023 17 reattori dei 33 presenti sul territorio nazionale. Per farlo avrà bisogno del via libera delle municipalità locali, che proverà a convincere aumentando i dispositivi di sicurezza.
Dopo l’annuncio del cambio di rotta sull’atomo, Tokyo Electric Power, la maggiore utility giapponese, che gestisce una centrale nucleare inattiva, è salita in borsa del 10%, mentre il costruttore di reattori Mitsubishi Heavy Industries è salito del 6,9% e Japan Steel Works del 5,5%.
Bassa dipendenza da Mosca
Il Giappone, che ha passato i caldissimi mesi estivi nel timore dei black out, è stato particolarmente colpito dall’aumento dei prezzi dell’energia, per la quale dipende in larga misura dall’estero. La Russia fornisce il 9% del gas naturale liquefatto, i cui costi peraltro si sono impennati dopo che l’Europa si è affacciata massicciamente su questo mercato, in cerca di fornitori alternativi a Mosca.
In questa situazione, molte aziende hanno cominciato a fare pressione sul governo di Tokyo perché rivedesse la sua posizione sul nucleare. Prima dell’incidente nell’impianto di Fukushima il Giappone otteneva un terzo della sua elettricità dalle sue centrali.