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AperturaEconomia Ven 10 febbraio 2023

Immobili "green", la direttiva dell'Ue ci costerà 540 miliardi

Parte la corsa contro il tempo: entro il 2033 ogni giorno bisognerebbe effettuare lavori di ristrutturazione su 7.400 case Immobili "green", la direttiva dell'Ue ci costerà 540 miliardi RISTRUTTURAZIONI EDILIZIE RISTRUTTURAZIONE BONUS FACCIATA IMPALCATURA PONTEGGIO IMPALTATURE PONTEGGI EDILIZIA EDILE OPERAIO OPERAI
Maddalena Camera
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Maddalena Camera

Il via libera della Commissione Ue

La Commissione europea ha approvato con 49 voti favorevoli, 18 contrari e 6 astenuti, la direttiva sulle case “green” che avrà certamente un grande impatto sul mercato immobiliare nei prossimi anni. A marzo si attende il voto finale del Parlamento Ue. Le linee guida saranno poi date dai governi dei paesi dell’Unione. La direttiva non sarà semplice da digerire per un paese con un patrimonio immobiliare vecchiotto come l’Italia dato che  prevede che entro il  2030 tutti gli immobili residenziali debbano raggiungere la classe energetica E e, entro il 2033, la classe D con l’obiettivo di arrivare a zero emissioni nel 2050.

L’obiettivo è di ridurre le emissioni di gas serra provenienti dal settore immobiliare, che secondo l’Agenzia Europea dell’Ambiente nel 2020 ha causato il 35% delle emissioni in Europa, tra combustibili fossili, elettricità e riscaldamento. La buona notizia è che tra il 2005 e il 2020 queste emissioni sono calate complessivamente del 25% nel continente europeo, con forti differenze tra paesi all’avanguardia come la Svezia (-68%) e altri come Lussemburgo, Romania o Lituania che sono migliorati di meno del 5%. Mentre l’Italia si ferma al -18%.

Abbiamo 9,8 milioni di edifici in classe E

Nel nostro paese 9,8 milioni di edifici, pari al 78% del totale, è in classe energetica E o peggiore, corrispondente a circa 27 milioni di abitazioni residenziali. Stimando una spesa per famiglia (ossia per abitazione) di 20 mila euro, comunque, il costo complessivo di questa manovra se portata a termine sarebbe davvero impegnativa: 540 miliardi di euro. Inoltre entro il 2033 bisognerebbe effettuare lavori su 7.400 case al giorno.

Sarebbero per ora esclusi i palazzi catalogati come beni culturali, quelli all’interno dei centri storici o che potrebbero subire una diminuzione del valore architettonico, le seconde case e gli edifici di culto.  Da sottolineare che le possibili sanzioni per chi non rispetta le normative verranno lasciate a discrezione dei singoli governi ma di sicuro si andrà incontro a una perdita notevole di valore degli immobili che non rientrano in queste classi energetiche.

Per finanziare gli interventi di efficienza energetica sugli immobili o l’acquisto di una nuova casa ad alta efficienza energetica è possibile richiedere un “mutuo green”. Secondo il sito specializzato MutuiOnline.it la crescita dei mutui verdi è stata notevole negli ultimi anni: le erogazioni sono aumentate di più di 3 volte (sul totale del mix) dal 2021 al 2022, dimostrando un forte interesse dei consumatori per queste tipologie di mutuo, anche grazie a tassi più bassi rispetto a quelli dei mutui standard. Nella maggior parte dei casi le banche offrono infatti uno sconto di 10 punti base sul costo di un mutuo “normale”.

I mutui green

Ovviamente anche i mutui green hanno risentito dell’aumento dei tassi dell’ultimo anno, trend confermato ancora a inizio febbraio dall’aumento di 50 punti base da parte della Bce. Se a gennaio 2022 il costo medio di un mutuo green a tasso fisso da 140 mila euro a 20 anni per un immobile da 200 mila euro era dell’1,2%, pari a una rata da 658 euro, oggi per la stessa richiesta di spende 821 euro al mese, con un tasso del 3,6%: un aumento del 25%. Un simile aumento si vede anche nei tassi variabili che sono passati da una media di 0,47% a 2,93%, facendo aumentare le rate del 26%.

Infine dai dati dell’Osservatorio MutuiOnline.it si evidenzia come gli importi medi richiesti per i mutui verdi siano sensibilmente più alti rispetto a quelli dei mutui standard (170 mila euro contro 129mila) e vengano richiesti soprattutto da giovani con il 61,6 % delle richieste da under 36 rispetto al 34,9% dei mutui standard.

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