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EconomiaPrimo piano Gio 12 gennaio 2023

Inail in avanzo per 1,5 miliardi mentre le imprese annaspano

Migliorano i conti. Potrebbe esserci spazio per un taglio del cuneo fiscale sulla falsariga di quanto fece nel 2019 il governo Conte Inail in avanzo per 1,5 miliardi mentre le imprese annaspano Franco Bettoni, presidente Inail
Fiorina Capozzi
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Fiorina Capozzi

Giornalista di economia e finanza con esperienza internazionale e autrice di "Vincent Bolloré, il nuovo re dei media europei" (2015) e "Telecommedia a banda larga" (2020). Riconosciuta da Reporters without borders per il suo lavoro sui media europei.

Nel 2023 previsto in crescita il tesoretto nelle casse dell’ente

Per il prossimo anno gli industriali verseranno 7,7 miliardi all’Inail. In totale i contributi e premi a carico dei datori di lavoro ammonteranno a 8,4 miliardi, mentre le entrate complessive saliranno del 2,6% a 11,37 miliardi. Così, proprio mentre la crisi morde il freno e le aziende annaspano, l’ente presieduto da Franco Bettoni prevede di chiudere l’esercizio 2023 in avanzo per 1,5 miliardi, facendo lievitare la giacenza di cassa presso la tesoreria a 36,7 miliardi. E’ quanto emerge nel bilancio previsionale 2023 dell’ente che si occupa di tutelare i lavoratori in caso di infortunio.

Le cifre sono nero su bianco nel resoconto appena approvato dal Consiglio di Indirizzo e Vigilanza

Nel dettaglio, gli 11,37 miliardi di entrate sono principalmente contributi e premi assicurativi a carico dei lavoratori (8,4 miliardi). Ci sono poi trasferimenti correnti (1,2 miliardi) e anche entrate extratributarie (696 milioni). Fra cui introiti da cessioni di immobili e titoli.  Le uscite, invece, sono pari a 9,8 miliardi di cui circa 6,6 miliardi per le prestazioni dovute dall’ente. Il dato registra un lieve aumento (89,5 milioni) anche per effetto dell’andamento infortunistico dei primi otto mesi del 2022 (+38,7%). Nel documento, basato sulla Nadef di novembre 2022, si evidenzia però che le stime di crescita delle entrate sono legate a doppio filo con l’aumento della platea dei lavoratori dal momento che da gennaio 2023 verseranno contributi e premi all’Inail anche i subordinati sportivi e i giornalisti. 

Con questi numeri c’è spazio per un taglio del cuneo fiscale

E’ già avvenuto, del resto, in passato. Dopo un primo taglio delle tariffe del 2016, il governo Conte I annunciò una nuova sforbiciata del 30%. “Per la prima volta dare lavoro in Italia costerà meno!” twittò l’allora ministro dello sviluppo economico, Luigi Di Maio, annunciando la riduzione del cuneo fiscale. Tema, quest’ultimo, molto caro a Confindustria.

Anche il governo di Giorgia Meloni ha di recente deciso un abbattimento delle imposte che gravano sul lavoro, ma i benefici sono andati interamente a vantaggio dei lavoratori. Gli industriali sono rimasti a bocca asciutta e sperano di sputare qualcosa successivamente La crisi economica, il rincaro dell’energia e il rallentamento dei consumi sta del resto mettendo a rischio il tessuto produttivo italiano. Secondo Anpit Azienda Italia, associazione datoriale per l’Industria e il Terziario, nel 2023 c’è il rischio che chiuda un’impresa su tre. Così per salvare il salvabile, secondo gli industriali, ad aprile sono necessari almeno 35 miliardi. Ecco perché, secondo Confindustria, un taglio del cuneo fiscale aiuterebbe il sistema produttivo. 

 

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