L'inflazione in Italia rallenta, ma resta ai massimi dal 1985
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EconomiaIn evidenza Gio 05 gennaio 2023

L'inflazione in Italia rallenta, ma resta ai massimi dal 1985. Tiepida Piazza Affari

L'inflazione a dicembre rallenta a +11,6% per il +0,3% su base mensile. Ma nel 2022 i prezzi hanno segnato l'aumento più ampio dal 1985. L'inflazione in Italia rallenta, ma resta ai massimi dal 1985. Tiepida Piazza Affari
Emanuele Bonora
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Emanuele Bonora

Giornalista de La Verità, esperto di nuovi media. Responsabile dell'edizione online del quotidiano e delle strategie digitali.

L’inflazione a dicembre in Italia

L’inflazione in Italia a dicembre rallenta a +11,6% per il +0,3% su base mensile. Ma nel 2022 i prezzi hanno, comunque, segnato l’aumento più ampio dal 1985 (quando fu pari a +9,2%), principalmente a causa dall’andamento dei prezzi dei beni energetici (+50,9% in media d’anno nel 2022, a fronte del +14,1% del 2021). Al netto di questi beni, nell’anno che si chiude, la crescita dei prezzi al consumo è pari a +4,1% (da +0,8% del 2021).

È quanto spiega l’Istat. In base alle stime preliminari l’inflazione per il 2023 sarà pari a +5,1%, ben più ampia di quella osservata per il 2022, quando fu pari a +1,8%. Il dato ha avuto subito effetti sulla Borsa di Milano, che ha accolto in maniera tiepida la tendenza, seppur dirigendosi verso la zona della parità, dopo un avvio negativo. Nel listino di oggi svettano Saipem, Tenaris, Cnh e Mediobanca.

Il rallentamento su base tendenziale dell’inflazione è dovuto prevalentemente ai prezzi dei beni energetici, che, pur mantenendo una crescita molto sostenuta, passano da +67,6 per cento di novembre a +64,7 per cento. Determinanti anche i prezzi dei beni alimentari non lavorati, da +11,4 per cento a +9,5 per cento e dei servizi relativi ai trasporti, da +6,8 per cento a +6 per cento.

I prezzi in crescita

Le componenti negative sono arrivate, invece, dall’accelerazione dei prezzi degli energetici regolamentati (da +57,9 per cento a +70,3 per cento), di quelli dei beni alimentari lavorati (da +14,3 per cento a +14,9 per cento), di quelli dei servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (da +5,5 per cento a +6,2 per cento) e dei servizi relativi alle comunicazioni (da +0,2 per cento a +0,7 per cento). Nel mese di dicembre l’“inflazione di fondo”, al netto degli energetici e degli alimentari freschi, accelera da +5,6 per cento a +5,8 per cento, mentre quella al netto dei soli beni energetici sale da +6,1 per cento a +6,2 per cento.

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