Inflazione e gas, ecco perché la Bce continuerà ad alzare i tassi
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Economia Ven 07 ottobre 2022

Inflazione e gas, ecco perché la Bce continuerà ad alzare i tassi

Inflazione prolungata e crisi del gas, perché la Bce continuerà ad alzare i tassi. Cosa emerge dalle minute dell’ultima riunione emerge. Inflazione e gas, ecco perché la Bce continuerà ad alzare i tassi
Camilla Conti
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Camilla Conti

Le misure della Bce contro l’inflazione

Al consiglio direttivo della Bce del 7 e 8 settembre scorsi la decisione di alzare nuovamente i tassi di interesse, stavolta in maniera più energica, con 75 punti base (0,75 punti percentuali) è stata presa a maggioranza, mentre «alcuni componenti hanno espresso la preferenza di alzare i tassi chiave di 50 punti base». Lo riportano i verbali della riunione pubblicati da Francoforte che non hanno dato una risposta chiara al perché le colombe del Consiglio direttivo abbiano appoggiato l’audace mossa dei tassi nonostante si fossero pubblicamente schierate contro i grandi rialzi in un momento di incertezza eccezionalmente elevato.

Cosa dicono i verbali della Bce

«In merito alla mole del rialzo dei tassi, un numero molto ampio di partecipanti ha espresso la preferenza per 75 punti base – si legge nelle cosiddette minute – in linea con la proposta» del capo economista Philippe Lane. Chi si è orientato in tal senso ha rilevato che il ripetersi di tassi di inflazione superiori al previsto e di revisioni al rialzo sulle previsioni economiche e di inflazione erano segnali «sulla necessità di una normalizzazione della linea monetaria più rapida per mantenere ancorate le aspettative di inflazione». Chi avrebbe preferito un rialzo più moderato ha rilevato che «una risposta troppo aggressiva avrebbe potuto esacerbare i rischi di recessione, con pochi benefici sull’inflazione nel breve termine».

Mentre un rialzo da 50 punti base avrebbe potuto essere sufficiente per contribuire a riportare l’inflazione al livello obiettivo (2%). Al termine della discussione, è stato comunque «ritenuto essenziale comunicare con prudenza il percorso da seguire e contrastare il rischio di un aumento della volatilità nel mercato obbligazionario facendo riferimento a un’anticipazione della normalizzazione dei tassi di interesse». Allo stesso tempo, «si è ritenuto importante indicare che i tassi di interesse saranno ulteriormente aumentati nel corso delle riunioni successive come parte del processo di normalizzazione». Infine «i membri hanno inoltre approvato la proposta di Lane di continuare ad applicare la flessibilità nel reinvestimento dei rimborsi in scadenza nel portafoglio Pepp.

Contenere volatilità

Il contenimento della volatilità ingiustificata nei mercati delle obbligazioni sovrane è stato generalmente considerato un complemento essenziale all’aumento dei tassi di interesse di 75 punti base e ha segnalato l’impegno della Bce a garantire una trasmissione fluida della politica monetaria in tutta l’area euro». Quanto alla crisi energetica, «se dovesse verificarsi una completa interruzione delle forniture di gas dalla Russia, questo si tradurrebbe in una recessione piena (outright) nell’eurozona», è la valutazione del consiglio direttivo illustrato dal capo economista Lane.

È stato sottolineato che lo scenario di base nelle previsioni di settembre dei tecnici (della stessa banca centrale guidata da Christine Lagarde) «non suggerisce una recessione, anche se indica un periodo di stagnazione a cavallo dell’anno», cioè tra 2022 e 2023. «Tuttavia – aggiungono i verbali – è stato rilevato che diversi modelli e indicatori suggeriscono come una recessione sia probabile il prossimo anno».

Chi non ha votato al Consiglio direttivo

Al Consiglio direttivo partecipano tutti i governatori delle banche centrali nazionali dell’area euro. Secondo quanto riportato in calce ai verbali, in base al meccanismo di rotazione sui voti da anni in vigore, su questa decisione non hanno votato il governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, il governatore della Banca centrale portoghese, Mario Centeno, e dell’Austria, Robert Holzmann, e della Slovenia, Bostjan Vasle. I governatori che a turno non votano, tuttavia, partecipano pienamente alle riunioni e alle discussioni ed è perfettamente possibile che fossero tra coloro che preferivano un rialzo da 50 punti base.

Il prossimo Consiglio direttivo si terrà il 26 e 27 ottobre

«I verbali della riunione della Bce di settembre mostrano un Consiglio preoccupato per le prospettive dell’inflazione. In base alla prosecuzione dell’approccio dipendente dai dati e all’inflazione record di settembre, prevediamo un altro rialzo di 75 punti base a ottobre», affermano gli economisti di Morgan Stanely. Quelli di Commerzbank sottolineano invece che i verbali segnalano «un numero crescente di argomenti a favore di ulteriori significativi rialzi dei tassi della Bce nel breve termine, ma il livello esatto del tasso terminale rimane poco chiaro».

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