Manovra, la nuova bozza oggi in parlamento. Ecco le novità
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EconomiaPrimo piano Lun 28 novembre 2022

Manovra, il nuovo testo oggi in parlamento. Ecco le novità

Dalle misure contro i rincari energetici alle novità su pensioni e fisco. La nuova bozza della manovra è attesa oggi in parlamento. Manovra, il nuovo testo oggi in parlamento. Ecco le novità Il premier Giorgia Meloni
Fiorina Capozzi
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Fiorina Capozzi

Giornalista di economia e finanza con esperienza internazionale e autrice di "Vincent Bolloré, il nuovo re dei media europei" (2015) e "Telecommedia a banda larga" (2020). Riconosciuta da Reporters without borders per il suo lavoro sui media europei.

Manovra in dirittura d’arrivo

Dalle misure contro i rincari energetici alle novità su pensioni e fisco. La nuova bozza della manovra è attesa oggi in parlamento. Il testo, suddiviso in 16 capitoli con 156 articoli, sembra ormai arrivato alle battute finali dopo le limature della scorsa settimana. In totale, la manovra vale 35 miliardi di cui 21 destinati al contenimento degli aumenti legati alla fiammata dei prezzi nell’energia.

Bonus energia

Confermato in credito d’imposta per le imprese. Nel primo trimestre 2023 previsto anche un sussidio alle famiglie in difficoltà: la manovra “eleva a 15.000 euro la soglia del parametro ISEE che consente l’accesso al bonus sociale per i clienti di energia elettrica e gas in condizioni di disagio economico” come si legge nell’ultima bozza. Inoltre il governo tenta anche di aiutare gli enti locali: “Per garantire la continuità dei servizi erogati è riconosciuto agli enti locali un contributo straordinario. A tal fine, è istituito nello stato di previsione del Ministero dell’interno un fondo con una dotazione di 400 milioni di euro per l’anno 2023, da destinare per 350 milioni di euro in favore dei comuni e per 50 milioni di euro in favore delle città metropolitane e delle province” si legge nel documento.

Ampliata la Flat Tax

La manovra innalza “da 65.000 euro a 85.000 euro il limite di ricavi o compensi di cui al comma 54 della legge n. 190 del 2014, che costituisce uno dei requisiti di accesso e permanenza nel regime forfetario per i contribuenti persone fisiche esercenti attività d’impresa, arti o professioni. Il nuovo limite di 85.000 euro si applica a partire dal periodo d’imposta 2023” chiarisce il documento. Inoltre se i ricavi superano un ammontare compreso tra 85.001 euro e 100.000 euro, il regime forfetario cessa a partire dall’anno successivo, mentre se vanno oltre i 100 mila euro allora il regime forfettario cessa nello stesso anno. Prevista anche la flat tax incrementale “per il solo anno 2023, i contribuenti persone fisiche esercenti attività d’impresa, arti o professioni, diversi da quelli che applicano il regime forfetario”. Come riferisce il testo “limitatamente all’anno 2023 è assoggettata a tassazione agevolata nella misura del 15 per cento, con una imposta sostitutiva dell’IRPEF e relative addizionali, l’eccedenza del reddito d’impresa e/o di lavoro autonomo rispetto al più elevato importo del reddito d’impresa e/o di lavoro autonomo dichiarato negli anni 2020, 2021 e 2022. La base imponibile agevolata non può comunque superare l’ammontare di euro 40.000”.  Confermata la detassazione delle mance percepite dal personale impiegato nel settore ricettivo e di somministrazione di pasti e bevande e la riduzione dell’imposta sostitutiva ( al 5%) applicabile ai premi di produttività dei lavoratori dipendenti. Ridotta l’Iva su assorbenti, latte e seggiolini auto per bambini. Previste anche per il 2023 le agevolazioni per l’acquisto prima casa per under 36 e l’esenzione Irpef redditi dominicali e agrari.

Prorogata opzione donna

Opzione donna è prorogata per il 2023. Si mantiene l’obbligo di un’anzianità contributiva di almeno 35 anni, ma con un’innalzamento dell’età d’uscita a 60 anni,  legata al numero dei figli. Può essere ridotta di un anno per ogni figlio, fino al massimo di due. Il beneficio viene riconosciuto a determinate condizioni: donne che assistono coniuge o parente con handicap; hanno una invalidità civile, superiore o uguale al 74%; sono lavoratrici licenziate o dipendenti da imprese con aperto un tavoli di crisi. Per queste ultime, la riduzione a 58 anni è indipendente dai figli.

Tagli di spesa nell’amministrazione centrale. Agenzia delle entrate inclusa

Spending review nella macchina dello Stato per realizzare gli obiettivi di spesa 2023-2025. Il ministero della Giustizia, Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, dovranno assicurare non meno di 9,577 milioni nel 2023, 15,4 milioni nel 2024 e 10,968 milioni dal 2025. Il Dipartimento per la giustizia minorile e di comunità dovrà contribuire con una cifra non inferiore a 331.583 euro nel 2023, 588.987 euro nel 2024 e 688.987 euro dal 2025. Sforbiciata anche alle spese di giustizia per intercettazioni e comunicazioni che, a partire dal 2023, scendono a 1.575.136 euro annui. La presidenza del Consiglio si impegna invece a realizzare risparmi per almeno 24 milioni. Quanto all’Agenzia delle Entrate, il governo prevede una spinta alla digitalizzazione e una razionalizzazione delle sedi territoriali con un taglio dei costi che dovrebbe essere di almeno 25,241 milioni nel 2023 e 30 milioni annui a decorrere dal 2024.

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