Cuneo fiscale e tetto al contante, Meloni rilancia le due priorità
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Economia Gio 27 ottobre 2022

Meloni rilancia il taglio al cuneo fiscale: «La tassazione al 46% non fa salire i salari»

Cuneo fiscale, lotta alla speculazione sui prezzi del gas, tetto al contante: Giorgia Meloni, nel suo intervento al Senato, lo ha ribadito. Meloni rilancia il taglio al cuneo fiscale: «La tassazione al 46% non fa salire i salari» Matteo Salvini e Giorgia Meloni
Riccardo Pelliccetti
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Riccardo Pelliccetti

Riccardo Pelliccetti, triestino, è stato caporedattore e inviato speciale per 20 anni de Il Giornale, dopo aver lavorato per diversi quotidiani, periodici e riviste web, occupandosi di politica estera e difesa. Ma è tornato alla sua passione: l’economia. Ha pubblicato i libri “La via dell’esodo” (1997), “I nostri marò” (2013) e “Le verità negate” (2020).

Meloni e il cuneo fiscale

Cuneo fiscale, lotta alla speculazione sui prezzi del gas, tetto al contante: anche ieri Giorgia Meloni, nel suo intervento al Senato, ha ribadito e puntualizzato quale sarà l’indirizzo del governo già annunciata alla Camera. La premier non ha deviato di un millimetro sulla strada intrapresa, sottolineando che le scarse risorse disponibili per affrontare le emergenze aiutano a «fare una grande operazione di verità sulle condizioni dell’Italia che ereditiamo anche da chi ci accusa». Per la premier «è un racconto più sincero di quanto è stato fatto in altri tempi in cui si sbandierava e si brindava per l’abolizione della povertà: è bene che gli italiani sappiano le condizioni che ereditiamo», ha detto.

Emergenza gas

Sul fronte emergenza energetica, Meloni ha affermato che «tutto quello che si può fare contro la speculazione siamo pronti a farlo», aggiungendo che «servono misure che nel medio-termine liberino l’Italia da una dipendenza energetica inaccettabile». E ha spiegato come. “Penso all’estrazione di gas naturale, penso che le risorse nazionali vadano utilizzate come chiede l’Europa. Poi estraggono altre nazioni e non è che il gas estero inquina di meno», ha spiegato riferendosi alla Croazia. Per impattare sui costi dell’energia la premier da una lato incalzerà l’Europa per definire quelle misure come il price cap dinamico, dall’altro se Bruxelles non agirà, il governo è pronto ad adottare misure nazionali.

«Si deve tenere conto degli obiettivi europei di potenziamento delle fonti rinnovabili, della promozione di politiche per la rimozione degli ostacoli agli impianti di rinnovabili – ha spiegato Meloni -. C’è una grande questione burocratica da affrontare, ci sono canali preferenziali che si possono approvare, si possono abbattere i tempi per l’accesso ai permessi, un grande ostacolo alla realizzazione degli impianti. Deve essere chiaro che la sostenibilità ambientale deve andare di pari passo con la sostenibilità sociale ed economica. Non possiamo pensare di demolire filiere di eccellenza produttiva nazionale per assecondare obiettivi stabiliti prima della guerra e in un contesto diverso da quello di oggi. Non ci renderemo mai disponibili a passare dalla dipendenza dal gas russo alla dipendenza dalle materie prime cinesi, non mi sembra una strategia intelligentissima».

Cuneo fiscale

La presidente del Consiglio ha poi parlato di tassazione troppa alta e di salario minimo. «Se non partiamo dal taglio del cuneo fiscale i salari saranno bassi comunque e voi questo taglio non lo avete fatto – ha detto rivolgendosi ai banchi di Pd e M5S -. È stata fatta una scelta diversa che ha impattato meno. Impegno arrivare progressivamente a un taglio fiscale di 5 punti. Due terzi ai lavoratori, un terzo alle aziende. Naturalmente ha un costo rilevante ed è un impegno di medio-termine». Sul salario minimo Meloni ha le idee chiare. «Il contrasto al lavoro povero è per tutti noi una priorità, ma capiamoci su come combatterlo – ha detto -. Io penso che il salario minimo legale rischi di non essere una soluzione ma uno specchietto per le allodole perché sappiamo tutti che gran parte dei contratti di lavoro dei dipendenti è coperto dai contratti nazionali che già prevedono salari minimi. Allora il problema per me è estendere la contrattazione collettiva. Ma perché in Italia i salari sono così bassi? Perché la tassazione è al 46%. Per questo serve un taglio del cuneo fiscale».

Tetto al contante

Riguardo alla proposta di Matteo Salvini sull’aumento del tetto al contante, che ha provocato reazioni polemiche dell’opposizione, la premier ha affermato che «in questi anni abbiamo assistito a una discussione ideologica, collegandolo al tema dell’evasione fiscale. Lo dirò con chiarezza: non c’è correlazione fra l’intensità del limite al contante e la diffusione dell’economia sommersa – ha spiegato -. Ci sono Paesi in cui il limite non c’è e l’evasione è bassissima, sono parole di Piercarlo Padoan. ministro dei governi Renzi e Gentiloni, governi del Pd». «Confermo che metteremo mano al tetto al contante».

Maggioranza unita

Tutti quelli che scommettevano su un segnale che facesse emergere qualche crepa nella coalizione di governo sono rimasti però delusi. Il leader di Forza Italia Silvio Berlusconi ritornato al Senato dopo nove anni, ne suo intervento ha sottolineato la compattezza della coalizione. «Forza Italia lavorerà al suo fianco con impegno e con lealtà, per realizzare il programma sul quale abbiamo avuto la fiducia degli italiani. Lo faremo da liberali, da cristiani, da garantisti, lo faremo da europeisti e da atlantici» ha detto il Cavaliere ripetendo le parole dette nel 1994, in questa stessa aula, chiedendo al Senato la fiducia per il primo governo di centrodestra. «Sognare, a occhi bene aperti un nostro futuro migliore, costruire un’Italia più giusta, più generosa e più sollecita verso chi ha bisogno e verso chi soffre, un’Italia più moderna e più efficiente, più prospera e più serena, più ordinata e più sicura».

Una sponda inaspettata è arrivata anche da Matteo Renzi, che ha sì annunciato che il suo gruppo non voterà la fiducia, ma ha sparato sulle altre opposizioni più che sul governo. Renzi ha fatto aperture sulla riforma presidenzialista e ha raccolto applausi e risate dal centrodestra quando ha preso di mira le opposizioni, ree di aver criticato il «merito» e la «sovranità alimentare» nei nuovi nomi dei ministeri. «Ma come – dice rivolto a Simona Malpezzi del Pd – eri al governo quando parlavi di merito a scuola?». Il leader di Italia Viva difende anche le scelte lessicali di Meloni su «il» presidente del Consiglio. «Per me può anche scegliere un asterisco. Intanto è la prima donna a Palazzo Chigi. Andarla ad attaccare sulla rappresentanza femminile è masochismo».

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