Moody’s taglia le stime per l’Italia e il mondo nel 2022
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Economia Ven 27 maggio 2022

Moody’s taglia le stime per l’Italia al 2,3%. Rivista anche la crescita globale

Moody's taglia le stime di crescita 2022 e 2023 dell’Italia. L’agenzia di rating prevede infatti che il pil del Paese aumenterà quest’anno. Moody’s taglia le stime per l’Italia al 2,3%. Rivista anche la crescita globale Imagoeconomica
Redazione Verità&Affari
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Le stime di Moody’s per l’Italia

Moody’s taglia le stime di crescita 2022 e 2023 dell’Italia. L’agenzia di rating prevede infatti che il pil del Paese aumenterà quest’anno del 2,3% contro il 3,2% inizialmente previsto a marzo. Nel 2023 Moody’s ritiene che l’economia crescerà invece dell’1,7% contro la stima precedente del +2,1%. Secondo quanto si legge nel Macro Global Outlook, l’Eurozona crescerà nel 2022 del 2,3%, a fronte del 2,5% previsto due mesi fa, mentre nel 2023 è atteso un piccolo miglioramento (da +2,2 a +2,3%). Secondo le stime degli esperti di Moody’s, rallenteranno anche gli Stati Uniti, da +3,7 al +2,8% nel 2022 e dal +2,5% al +2,3% nel 2023. Limitatamente al 2022 anche la Cina vedrà contrarsi la crescita passando da + 5,1% a +4,5%, mentre nel 2023 il pil di Pechino viene rivisto al rialzo da +5,2 a +5,3%.

La crescita globale

Complessivamente la crescita globale è comunque attesa in frenata dal +3,6% al +3,1%. «Per l’Italia abbiamo rivisto al ribasso le nostre stime di crescita nel 2022 al 2,3% per riflettere un’inflazione più alta trainata dai prezzi dell’energia e un più significativo shock ai redditi», si legge nel Global Outlook di Moody’s del mese di maggio. «Ci aspettiamo una contrazione dei consumi privati nel trimestre in corso e un rimbalzo sotto il potenziale nella seconda parte dell’anno in quanto la compressione sul potere di acquisto delle famiglie a causa delle elevate pressioni sui prezzi resta sostanziale. Prevediamo – si legge nel documento – che la spesa in conto capitale resti il principale driver di crescita grazie al pacchetto Next Generation EU».

Redditi e consumi, finiti sotto pressione per effetto dell’inflazione, sono alla base anche della revisione delle stime dell’Eurozona. «L’inflazione crescente ha superato la crescita dei salari, erodendo il potere di acquisto delle famiglie nel blocco dell’euro – prosegue il testo -. I prezzi più cari di carburante e cibo hanno effetto in particolare sulle famiglie a basso reddito». Gli interventi di sostegno dei governi «sono probabilmente inadeguati a mitigare in pieno gli effetti dell’alta inflazione sulle famiglie» mentre la stretta monetaria in arrivo da parte della Bce peserà ulteriormente sullo slancio dell’economia. Inoltre «La guerra in Ucraina – rileva Moody’s – rafforza sia le pressioni inflazionistiche che la moderazione dell’attività economica in Europa.

La regione affronta una pletora di venti contrari che sono destinati a pesare sul sentimento e sull’attività economica». Rischi di ulteriori riduzioni, afferma Moody’s, potrebbero arrivare da «un’escalation del conflitto militare tra Russia e Ucraina e da rallentamento oltre le attese della crescita cinese». Secondo gli esperti dell’agenzia di rating, non c’è da attendersi una recessione in nessuno dei Paesi del G-20 nel 2022 e nel 2023. L’unico Stato a rischio è la Russia per effetto della guerra con l’Ucraina. Ma ci sono «rischi multipli» che possono portare ad ulteriori revisioni al ribasso delle stime di crescita dell’economia in ogni angolo del mondo.

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